Due femminicidi con dinamiche quasi identiche, un omicidio-suicidio e un arresto per maltrattamenti nei confronti della convivente. Quattro episodi di violenza, di cui tre fatali, si sono succeduti nell’arco di poche ore da Nord a Sud dell’Italia. Gesti estremi per mano di compagni che si trasformano in carnefici.

A Vigevano, in provincia di Pavia, il 59enne Marco De Frenza confessato di aver ucciso la compagna Marylin Pera, 39 anni, nel bagno della casa in cui convivevano da appena un paio di settimane, tagliandole la gola con un coltello da cucina. Ai poliziotti ha raccontato di essere rimasto con il cadavere per oltre 24 ore, dopodiché – alle 17 di mercoledì – si è costituito recandosi alla casa di reclusione della città. Preso in consegna da una volante che l’ha condotto al commissariato di Polizia, dopo un primo interrogatorio è stato messo in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario e condotto in carcere. Il reo confesso è residente a Mede, un altro piccolo centro del Pavese, e ha vari precedenti per reati contro la persona (qualche anno fa aveva percosso la madre anziana con un bastone, poi aveva opposto resistenza ai Carabinieri intervenuti). La vittima, casalinga, era madre di un figlio avuto da una precedente unione.

Il fascicolo è affidato al sostituto procuratore di Pavia Alberto Palermo. Secondo una prima ricostruzione, il delitto è avvenuto al culmine di un litigio: la donna voleva andarsene tornare dall’ex marito, dal quale era separata, per il timore di perdere l’affidamento del figlio ancora piccolo, in questi giorni con il padre, e di non poterlo più vedere. Per un breve periodo il figlio di De Frenza – partito per le vacanze – aveva messo a loro disposizione l’appartamento in cui convivevano, al primo piano di un piccolo caseggiato in corso Novara 4. Avrebbero dovuto lasciarlo alla fine della settimana. Secondo il racconto di De Frenza agli investigatori, l’omicidio è avvenuto all’ora di pranzo di martedì 10 agosto. I vicini hanno riferito di non aver sentito nulla e di non conoscere l’uomo e la donna, che alloggiavano lì solo da pochi giorni.

Qualche ora dopo la confessione di De Frenza – appena dopo mezzanotte – a Monterotondo Marittimo (Grosseto) un 48enne ha ucciso la fidanzata di due anni più giovane con una coltellata alla gola, dopodiché ha subito chiamato i Carabinieri per confessare. In preda ad un forte stato di agitazione, non era in grado neanche di specificare dove si trovasse, ma ripeteva soltanto più volte di aver ammazzato la fidanzata. Dopo diversi minuti è stato localizzato in un’area periferica, in lacrime e con i vestiti sporchi di sangue davanti all’auto al cui interno c’era il corpo della compagna, madre di due figli. I militari hanno potuto constatare che la donna presentava un profondo taglio alla gola, procurato da un coltello lasciato in prossimità del corpo. Sul posto è sopraggiunto il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Grosseto coi militari della compagnia dei carabinieri di Follonica e del Reparto operativo, il Nucleo investigativo del Comando provinciale di Grosseto. Una volta caricato a bordo dell’auto militare, l’uomo ha iniziato a dare in escandescenze sfondando il vetro dell’autovettura. Subito dopo, in base ai primi accertamenti, è stato arrestato per il reato di omicidio.

Ed è arrivata nel pomeriggio, invece, la notizia di un omicidio-suicidio nel Bresciano. Un uomo di 55 anni ha strozzato la moglie e poi si è impiccato, a Calino di Cazzago San Martino. I carabinieri hanno trovato i due corpi nella mattina di giovedì 12 agosto dopo la chiamata allarmata di uno dei figli della coppia, che da giorni non riusciva a contattare i propri genitori mentre era in vacanza. I carabinieri della Compagnia di Gardone Val Trompia sono intervenuti con i vigili del fuoco in casa della coppia, di origine balcanica. L’uomo è stato trovato impiccato alla ringhiera delle scale mentre la donna era riversa sulle scale, legata alla ringhiera. Gli accertamenti dei militari, del medico legale, coordinati dal pm Alessio Bernardi, hanno permesso di ricostruire la dinamica di quanto accaduto: l’uomo ha strangolato la moglie per poi legarla alla ringhiera e subito dopo si è impiccato, lasciandosi cadere dalla ringhiera del ballatoio. A confermare la dinamica, due lettere scritte al computer, una indirizzata ai figli e l’altra alle autorità da cui si possono capire i profondi dissidi interni alla coppia.

E sempre giovedì, infine, i Carabinieri di Vico del Gargano hanno arrestato in flagranza un 36enne di Ischitella con gravi precedenti, già ai domiciliari per stalking, accusato di maltrattamenti contro familiari o conviventi, lesioni personali, percosse e detenzione abusiva di munizioni. L’operazione è nata dalla disperata richiesta telefonica di aiuto da parte di una giovane donna che, per sottrarsi alle violenze, era fuggita dall’abitazione in cui conviveva con l’arrestato e sua madre. La vittima – a piedi nudi e con addosso pochi vestiti strappati – dopo aver scavalcato la recinzione della casa ha raggiunto un centro abitato, e da lì ha chiamato i soccorsi. Ai sanitari ed ai Carabinieri h riferito che, a seguito di una violenta lite, il convivente – aiutato dalla madre – l’aveva privata del telefono cellulare e colpita ripetutamente con calci e pugni, ferendola alle labbra ed agli occhi. La donna, assistita in caserma in attesa di essere affidata ad un centro antiviolenze, ha denunciato che da circa 7 mesi subiva continue minacce e violenze fisiche e psicologiche.

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