L’esame del Dna previsto per giovedì 12 agosto stabilirà con certezza se il corpo senza vita ritrovato nel torrente Temù sia quello di Laura Ziliani, l’ex vigilessa sparita nel nulla l’8 maggio da un paesino in montagna, di 1.200 abitanti, in provincia di Brescia. Secondo la Procura, che non ha mai creduto all’allontanamento volontario della donna, si tratterebbe proprio della donna. Per il reato di omicidio sono stati iscritti nel registro degli indagati due delle tre figlie ed il fidanzato di una delle due. Il ritrovamento del corpo, con la testa rasata e privo di indumenti, ha indirizzato gli inquirenti sulla pista dell’omicidio e non dell’incidente in montagna.

Inoltre un altro particolare, che potrebbe far pensare che si tratti di Ziliani, è il fatto che una scarpa da trekking della 55enne era stata trovata il 23 maggio non lontano da dove è stato trovato il corpo. Gli investigatori sono comunque al lavoro. I nodi da sciogliere sono diversi, come il fatto che quel corpo possa essere stato sepolto salvo poi riemergere in questi giorni dopo l’esondazione del fiume a causa del maltempo. Certo è che tutta la zona, come aveva confermato anche il sindaco di Temù, era stata già battuta dal soccorso alpino tanto che le ricerche si erano interrotte e spostate verso altre zone.

A trovare il cadavere domenica era stato un bambino mentre stava passeggiando sulla pista ciclabile, vicino alla sponda del fiume Oglio a 500 metri più a sud rispetto a dove, nei pressi del torrente Fumeclo, era invece stata recuperata la scarpa. Nel corso delle ricerche a maggio gli uomini della Protezione civile, del Soccorso Alpino e i Vigili del fuoco avevano complessivamente percorso 2.500 chilometri senza trovare tracce. E anche dopo il ritrovamento della scarpa da trekking, l’area era stata ripetutamente battuta senza fortuna.

La svolta nelle indagini sulla scomparsa della Ziliani era arrivata qualche settimana, fa quando la procura di Brescia avevano definitivamente abbandonato la pista dell’incidente in montagna per seguire quella di un omicidio. Le due figlie della donna sono state iscritte nel registro degli indagati perché le dichiarazioni rilasciate ai carabinieri rivelerebbero, secondo gli inquirenti, tutta una serie di contraddizioni. In seconda battuta è stato puntata l’attenzione sul fidanzato della primogenita, ritenuto presunto responsabile di concorso in omicidio ed occultamento di cadavere. Dopodiché l’abitazione della 55enne è stata posta sotto sequestro. Il cellulare della donna è stato trovato nascosto nel divano.

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