“Sono felice di darvi una notizia che ho avuto qualche minuto fa: con un emendamento è stata introdotta la licenza obbligatoria. Salvo cataclismi, che mi auguro non avvengano, il nostro ordinamento avrà finalmente questo strumento”. Giulia Grillo, deputata 5S ed ex ministra della Salute, lo ha annunciato in apertura del convegno “Licenze obbligatorie, l’Italia è pronta?” organizzato dal M5S alla Camera. La modifica al decreto Recovery prevede che il governo possa obbligare temporaneamente i possessori di un brevetto su medicinali o vaccini considerati essenziali per la salute a concederne l’uso ad altri soggetti qualora si trovi ad affrontare un’emergenza sanitaria. La deroga sarà valida per un massimo di 12 mesi dopo la fine del periodo emergenziale. La Grillo ha ringraziato il capogruppo Davide Crippa e ricordato la lunga battaglia per questa misura, passata per diversi emendamenti sul tema da lei presentati – e finora mai votati – durante la pandemia, nonostante la licenza obbligatoria “fosse presente nel programma del Movimento 5 Stelle già in tempi non sospetti”.

Silvio Garattini, noto farmacologo e presidente dell’istituto di ricerche Mario Negri, ha promosso la norma: “Benissimo l’opportunità della licenza obbligatoria, già presente in Germania, in Olanda, in Canada e in molti altri Paesi”, ha detto. E ha parlato delle “continue pressioni” fatte dalle aziende sulle istituzioni per la brevettazione dei farmaci e dei “miti da sfatare” sul tema: “Non è vero che senza brevetti non ci sarà più ricerca, al contrario la ricerca sulla tecnologia a mRna – poi usata nei vaccini contro il Covid – è stata pagata dagli Stati: l’industria non ha pagato nulla!”. E il segreto industriale, secondo Garattini, “impedisce le pubblicazioni e quindi la propagazione della conoscenza”. “Altra idea sostenuta dalle aziende è quella che non sarebbe comunque possibile la produzione – ha proseguito il noto farmacologo – Moderna dopo aver sviluppato il suo vaccino ha dato a ditte specializzate l’incarico della sua produzione, per i Paesi ricchi”. Garattini ha ricordato lo studio realizzato dalla ong americana Public Citizen secondo cui in un anno, con la sospensione dei brevetti e un investimento di soli 23 miliardi di dollari, si potrebbero produrre otto miliardi di vaccini per immunizzare anche nei Paesi più poveri. “Con le varianti delta, delta plus e zeta – in una società globale come la nostra non possiamo permetterci di non vaccinare gli altri, dobbiamo farlo anche per noi”, ha concluso il farmacologo, sottolineando come il superamento dei brevetti è essenziale anche in vista della nostra eventuale terza dose “nel caso sia confermato che è necessaria”

Nicoletta Dentico, esperta di salute globale, ha ricordato di aver iniziato la battaglia per le licenze obbligatorie, fondamentale per l’abbassamento del prezzo dei farmaci salva-vita, 20 anni fa partecipando come presidente di Medici Senza Frontiere al G8 di Genova. “Oggi nel Parlamento Europeo due risoluzioni chiedono il sollevamento di tutti i brevetti sui farmaci per tre anni, ovvero il waiver, proposto da India e Sudafrica e sostenuto da vari Stati, all’interno dell‘Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), ma la Commissione europea continua ad opporsi – ha detto Dentico – e la stessa Italia al Consiglio Europeo si è allineata con la Germania contro questa iniziativa, nonostante due risoluzioni del nostro Parlamento abbiano imposto al governo di sostenerla”.

La giurista Caterina Sganga ha ricordato che fino a 1979 i brevetti farmaceutici erano vietati per decisione stessa della Corte Costituzionale, che aveva stabilito fosse più importante il basso costo delle cure che gli incentivi all’industria farmaceutica (la motivazione alla base dei brevetti industriali). Tutto è cambiato nel 1994, quando la regolamentazione dei brevetti è stata demandata all’Organizzazione Mondiale del Commercio: “Oggi se uno Stato viola l’accordo della Wto sui brevetti viene punito con sanzioni commerciali a tappeto, che fanno scatenare l’inferno”. La licenza obbligatoria, stabilita dalla Wto come deroga alle norme sui brevetti nel caso di emergenze sanitarie, però, “copre solo il contenuto dei brevetti, non il know how – per esempio gli ingredienti necessari – e non copre i segreti industriali”. E senza di questi “è difficile che l’industria generica riesca a riprodurre un farmaco”. Inoltre implica il divieto delle esportazioni. Per questo ha concluso “è meglio la sospensione generalizzata brevetti proposta davanti al Wto”.

Marianna Mazzuccato economista, autrice de “Lo Stato Innovatore“, in collegamento dagli Stati Uniti ha parlato dei 40 miliardi di euro l’anno che il governo americano spende nella ricerca per la salute: “I brevetti sono un contratto con cui lo Stato dà al privato un potere monopolistico per 20 anni a scopo di incentivo – ha detto – ma devono essere governati, altrimenti si ha l’imprenditorialità improduttiva, perché sono spesso usati principalmente per tenere lontani i concorrenti. Vanno bene le donazioni di vaccini ai Paesi in via di sviluppo, come il mezzo miliardo dato da Biden, ma non si può governare un sistema con la carità”.

@ludojona

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