A Torre di Palme, un borgo marchigiano nel comune di Fermo, per una settimana ha governato un nuovo sindaco. Di soli 14 anni: si chiama Giorgio e frequenta la scuola media Da Vinci-Ungaretti. Insieme ai suoi compagni, e a quelli prossimi all’iscrizione, ha dato il via verso fine giugno al progetto “La città del sole”. Per una settimana, i giovani hanno ricevuto il compito di gestire una vera e propria comunità ricostruita all’interno della loro scuola e che ha funzionato come un piccolo governo autonomo con tanto di stipendio, multe, tasse, polizia, ospedale e telegiornale.

A sostenere il progetto il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che ha personalmente consegnato le chiavi della nuova città in mano a Giorgio. Il giovane primo cittadino ha ricevuto il compito di gestire non solo il lavoro dei suoi concittadini, ma anche una propria moneta denominata Marche, scambi commerciali ed economici, controllando che tutto venisse messo in atto secondo i principi della propria Costituzione. “Un giorno erano finiti i gelati e il sindaco ha dovuto scrivere un comunicato per informarci che non era possibile per quel pomeriggio acquistarne altri. Si è comportato come un vero primo cittadino” racconta Francesco, prossimo al primo anno di scuole superiori. Per lui quella settimana è stata fondamentale per capire la vita reale, i doveri di un adulto e il rispetto verso il lavoro altrui. “Il primo giorno ho chiesto di poter fare il medico, – ricorda, – e dopo aver seguito un corso mi hanno nominato primario. Con quel titolo, qualsiasi cosa fosse accaduta nel corso della settimana, avevo la responsabilità di intervenire. Poi mi sono occupato anche di dirigere la Mc Tower (raccogliere le richieste per il pranzo, fare l’ordine e consegnare ogni giorno i panini ai vari ragazzi, ndr)”. Al progetto ha contribuito anche il resto della comunità, come la Croce Verde, che ha tenuto il corso di primo soccorso. “Il momento più bello della settimana è stata la simulazione di un incidente – ricorda Francesco – Insieme ai volontari abbiamo capito come bisogna comportarsi in quei casi e soprattutto cosa posso fare se, nella vita di tutti giorni, mi trovo davanti a qualcuno che sta male”.

Un altro punto su cui si è soffermato il sindaco Calcinaro è stata l’introduzione del sistema di tassazione: “In cambio del lavoro veniva consegnata una paghetta, a cui veniva però detratta una percentuale da riutilizzare per la comunità”. Con quei soldi per esempio, Francesco ha pagato anche i suoi aiutanti e la Croce Verde per il servizio svolto per la comunità. “Il primo giorno hanno esaurito tutto il loro stipendio in gelati, dopodiché ne hanno capito l’importanza e hanno iniziato ad autoregolarsi”, ha raccontato Cinzia Greco, insegnante e coordinatrice del progetto insieme alla collega Viviana Amato. “La città del Sole è stato un modo per ridar loro la libertà. Anzi, dal secondo giorno gli alunni di terza media, che gestivano banche e tribunali, sono arrivati addirittura un’ora in anticipo”.

Un progetto che ha l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo “reale”. “Ci sono scuole che fanno visite in Comune e nei vari uffici, o personalmente vado io nelle classi a raccontare e a fare conversazione con gli studenti”, aggiunge il primo cittadino. Soprattutto in un periodo in cui la politica si è dimenticata dei giovani: “In Italia c’è una sorta di gerontocrazia. Quando sono diventato sindaco avevo 38 anni, era il 2015, e avere quell’età a volte è difficile”. Un tema, quello dei giovani che cercano di ritagliarsi uno spazio nella politica, che è già punto fermo di alcuni comuni in Italia. Un esempio è Onore, in provincia di Bergamo, dove il sindaco, Michele Schiavi, nel 2019 ha ottenuto la carica appena 20enne. Anche per la sua giunta il coinvolgimento con i bambini più piccoli è essenziale. “Ogni anno gli alunni più grandi delle scuole elementari scrivono una lettera al sindaco indicando quello che vorrebbero a Onore – racconta il sindaco – Proprio in questo momento è in corso un intervento al parco giochi progettato grazie a loro e ai loro suggerimenti. Una collaborazione che aumenta in loro il senso di comunità”. Un’attenzione che non c’è però solo verso i più piccoli: “Non dobbiamo pensare che i giovani possano occuparsi solo di cose giovani, ma devono poter dire la loro in merito a tutti i temi e ai problemi della comunità”. Da qua l’importanza che la sua giunta da agli strumenti di tirocinio e di stage, accanto all’attenzione per i più deboli, che per Schiavi è il punto numero uno del suo lavoro, “soprattutto se si tiene conto che viviamo lontano dai centri cittadini e dai servizi. Durante il Covid per esempio sono stati i giovani a fare il servizio di spesa a domicilio”. E poi c’è lo sguardo al green, fondamentale per tutte quelle amministrazioni che decidono di fare politica con un occhio al futuro.

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