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Disastro Covax, in Africa pochissimi vaccini e di qualità ancora da certificare. Per ora non danno diritto al “green pass”

Il vaccino Astrazeneca prodotto in India non è ancora utilizzabile in Europa ma viene già destinato ai paesi africani. Il programma di aiuto sanitario Covax procede in ritardo e a rilento. La rivista The Lancet: "Una bella idea che si è trasformata in un incubo"
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Oltre il danno la beffa. Non solo i vaccini anti Covid arrivano in Africa con il contagocce a dispetto di roboanti annunci. Ora si scopre che le poche fiale recapitate non sono considerati dall’Unione europea sufficientemente sicure per essere incluse tra quelle che danno diritto al “green pass” che autorizza gli spostamenti tra paesi. Dalla certificazione sarebbe infatti escluso il vaccino AstraZeneca prodotto India presso il Serum institute. Al contrario il vaccino Astrazenca che esce dagli stabilimenti europei dà diritto al pass. L’Unione africana e il Centro africano per le malattie e il controllo epidemiologico hanno espresso ufficialmente preoccupazione per l’esclusione decisa della autorità sanitarie Ue.

Al momento il vaccino prodotto in India non ha ancora ricevuto il via libera dell’Autorità europea del farmaco. Quindi in Europa non si può usare, anche per ragioni di sicurezza, ma all’Africa si può donare. Il vaccino Astrazeneca prodotto dal Serum institute, è l’architrave su cui si regge l’intero programma Covax per i paesi poveri, dallo stabilimento indiano dovrebbero arrivare la gran parte delle fiale. “Covax era una bellissima idea nata dalla solidarietà. Sfortunatamente non ha funzionato...i paesi ricchi si sono comportati peggio che nel peggiore degli incubi” ha scritto di recente l’autorevole rivista medico scientifica The Lancet citando Gavin Yamey della Duke University coinvolto nel progetto. Covax è il programma internazionale che, raccogliendo finanziamenti da governi e donatori provati, dovrebbe assicurare una copertura vaccinale minima anche nei 92 paesi più poveri del pianeta.

Sin dall’inizio il programma è risultato sotto finanziato. Il gap finanziario è stato ridotto ma nel frattempo i paesi più ricchi hanno trattenuto per sé quante più dosi possibile, in alcuni casi, soprattutto negli Stati Uniti, bloccando spedizioni già destinate all’estero. Il 75% dei vaccini è rimasto nei paesi ricchi. Gli Usa si sono assicurati dosi per coprire una volta e mezzo l’intera popolazione, la Gran Bretagna il 225%. A livello globale sono state somministrate oltre 2 miliardi di dosi. Appena il 4% sono quelle dispensate da Covax. Un centinaio di paesi non hanno ricevuto neppure una fiala. In altri la quota di popolazione immunizzata è irrisoria, al di sotto dell’1%. Soprattutto rimangono scoperte anche le categorie più a rischio e che dovrebbero avere una precedenza nella somministrazione come personale medico, anziani e malato. Una politica estremamente miope poiché lasciare ampie aree del pianeta senza protezione dal virus spalanca portoni allo sviluppo di nuove varianti che in brevissimo tempo si diffondono in tutto il mondo, rischiando di compromettere anche i risultati delle campagne vaccinali.

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