Sono arrivati sabato intorno alle 23 e dopo essere scesi dal treno a Codogno si sono avviati lungo la provinciale per arrivare nella ex cava Geroletta a Maleo, paese di 3mila abitanti in provincia di Lodi. È lì che, via social, si erano dati appuntamento per un rave party non autorizzato e no mask, in totale violazione delle norme anti Covid. Oltre 700 persone, per lo più giovanissimi e provenienti soprattutto dal Nord Italia, hanno partecipato senza mascherine e senza nessun distanziamento al raduno, proprio nel paese dove l’Ats nei giorni scorsi ha certificato la presenza di tre casi di variante delta in un focolaio di undici contagiati. Se ne sono andati nel pomeriggio di domenica, lasciando a terra bottiglie, carte, rifiuti. La Procura, intanto, ha identificato e denunciato alcuni tra i presunti organizzatori. La loro posizione è al vaglio dell’Autorità giudiziaria per le contestazioni del caso. Contemporaneamente, è stato anche sequestrato materiale audio.

I partecipanti al rave, una volta arrivati presso la cava, hanno spaccato recinzione e lucchetti e hanno dato il via alla festa con camion con a bordo casse acustiche e materiale per l’illuminazione dell’area ma anche per la vendita di alcol. Nella notte una cinquantina tra militari e agenti tra carabinieri, polizia e guardia di finanza sono stati impegnati a controllare che non si verificassero disordini o incidenti. Loro insieme al sindaco, Dante Sguazzi, hanno cercato di mediare, convincendo i presenti ad abbandonare l’area ma i partecipanti hanno rifiutato di andarsene dichiarando di essere contro tutte le regole anti covid. Solo nel primo pomeriggio di domenica i partecipanti, venuti a conoscenza dai media del focolaio Delta in paese e la notizia, unita all’afa lodigiana sui 33 gradi, hanno deciso di lasciare la zona prima del previsto.

“Tuttora sono lì delle persone e purtroppo ora si stanno disperdendo ovunque, alcuni ubriachi o drogati e qualcuno, a Maleo, ha già segnalato persone nel parco giochi comunale per bisogni fisiologici. Speriamo tutto questo finisca presto”, aveva detto Sguazzi in mattinata. La ex cava Geroletta negli anni ’90 era stata oggetto di un’operazione antinquinamento delle forze dell’ordine che avevano scoperto scarti di fonderia, contenenti anche alluminio, gettati lì illegalmente.

(immagine d’archivio)

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