“Forse è l’unica partita che ricordo perfettamente”. La descrive così Totò Schillaci a ilfattoquotidiano.it quell’Italia-Austria di 31 anni fa. A Italia ‘90 è il 9 giugno e gli azzurri di Azeglio Vicini sono all’esordio in un Olimpico tutto esaurito. Il match “non si sbloccava – racconta l’ex attaccante della Juventus – e mi ricordo che nel primo tempo la porta dell’Austria sembrava stregata. Avevamo avuto tante occasioni da gol, colpimmo anche due pali. Anche nel secondo tempo continuavamo ad attaccare ma la palla non entrava. Così Vicini si girò verso la panchina e mi disse: “Riscaldati”. Entrai e trovai la rete dopo cinque minuti su un cross meraviglioso di Gianluca (Vialli). Talmente forte e teso che mi ha permesso di colpire la palla in maniera notevole i mezzo ai due difensori centrali austriaci”.

Da quella rete agli austriaci al titolo di capocannoniere. Un qualcosa che “non si può immaginare. Ero felice per quella rete all’Austria che aveva regalato quei tre punti importanti. Nelle partite seguenti avevo più coraggio e fiducia. La vita è fatta anche di episodi. Se all’esordio fossi entrato e non avessi fatto gol, sicuramente sarei tornato in panchina e non avrei più avuto la chance. Invece avendo segnato quella rete poi l’allenatore mi guardava con un occhio ben diverso rispetto a prima. Vicini è stato molto bravo a rischiare. Poteva essere un fallimento sia per lui che per me”. Austria, Cecoslovacchia, Irlanda, Uruguay, Argentina e Inghilterra. Sei reti in totale. Eppure quello all’esordio “è stato il mio gol più importante. È quello che mi ha permesso di avere la continuità e di fare un grande Mondiale. Senza la partita e la rete all’Austria oggi non parleremo dei Mondiali e di Schillaci. C’era un enorme entusiasmo e una grande gioia attorno a noi. Poi il fatto che si giocasse in Italia. È stato un momento che è rimasto nelle menti di tutti, infatti ancora oggi si canta Notti Magiche“.

Un entusiasmo per gli azzurri che è cominciato a diffondersi anche in questo Europeo 2020: “È difficile fare paragoni tra adesso e 31 anni fa. C’è un modo di giocare diverso. Mi ricordo poi che nel 1990 Vicini si era portato dietro tutta l’Under 21. C’erano giocatori più affiatati con qualche inserimento. Nell’Italia attuale Roberto Mancini è stato molto bravo a formare un gruppo importante scegliendo i migliori. Una squadra nuova e giovane. Ha un centrocampo solido, forte e che pressa molto. Mi piace Jorginho perché è il motore della squadra. Nelle prime tre partite giocate a Roma la Nazionale ha fatto una buona impressione a tutti, addetti ai lavori e tifosi. Ora bisogna vedere sul campo neutro. Bisogna entrare in campo con la stessa mentalità, non abbassare mai la guardia e non sottovalutare l’avversario”. Ora agli ottavi di Euro 2020 ci sarà di nuovo un Italia-Austria. Dove può arrivare questa Nazionale? “Se continua a giocare come in questi prime tre partite credo proprio che l’Italia possa essere considerata tra le favorite. È un campionato comunque equilibrato. Io vedo soprattutto la Francia, la Germania, il Belgio e poi ci può essere qualche sorpresa, come l’Olanda. Tra queste squadra c’è anche l’Italia”.

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