Dopo Torino tocca a Roma e Bologna. Il centrosinistra torna a votare alle primarie. Oggi, dalle 8 alle 21, si riaprono le urne per scegliere gli ultimi due candidati sindaci delle grandi città al voto in autunno. Dopo il flop affluenza del capoluogo piemontese, il vero rebus è legato al numero di elettori che si recheranno ai gazebo: 90 a Roma, 43 a Bologna. Le “insidie” che potrebbero minacciare la partecipazione sono tante: il primo week end in zona bianca, caldo da mare e pure il match europeo Italia-Galles. Enrico Letta, pur consapevole delle difficoltà, spinge sulla mobilitazione: “Grazie ai tantissimi volontari che stanno lavorando per rendere possibile che domani a Bologna e Roma migliaia di cittadini partecipino alle primarie. Ai critici di questa nostra preferenza per la partecipazione dico che noi siamo fatti così. E, su questo, non cambieremo”.

La sfida tra candidati e la posta in gioco, nella capitale e nella città delle due torri, sono diverse ma ugualmente cruciali per il Pd e per le alleanze nel centrosinistra. Se a Roma l’esito viene considerato un pò scontato, con l’ex ministro Roberto Gualtieri dato per favorito e al quale oggi arriva il sostegno dei ministri Andrea Orlando e Lorenzo Guerini e del presidente dell’Europarlamento David Sassoli, molto più agguerrita è stata la campagna elettorale dei due candidati bolognesi, in un testa a testa denso di accuse incrociate. I riflettori principali sono puntati soprattutto su Roma, ovviamente. Nella Capitale la sfida è a sette: Roberto Gualtieri, sostenuto dalla dirigenza dem, se la giocherà con il presidente del III Municipio ed ex assessore all’epoca di Ignazio Marino, Giovanni Caudo, sostenuto proprio dall’ex sindaco, con il deputato di Leu, Stefano Fassina, il civico Tobia Zevi, Paolo Ciani, l’ex M5S Cristina Grancio (che corre per il Psi) e Imma Battaglia, storica attivista per i diritti Lgbt. L’obiettivo è quello di toccare l’affluenza di 46mila votanti registrata nel 2015, in una sinistra scossa per la caduta rovinosa, con tanto di sfilata dal notaio, della giunta Marino. Le prospettive non sembrano rosee, almeno stando alle poco meno di 3mila prenotazioni per il voto online registrate alla vigilia della consultazione. L’ultimo sondaggio misurava l’affluenza in una forbice molto larga, tra 40 e 80mila elettori, facendo notare che “il risultato sembra scontata ma in caso di bassa affluenza e solo voto militante potrebbero esserci sorprese”. La stessa rilevazione riconosce a Gualtieri il 47% dei voti. L’eventuale vincitore se la vedrà poi alle amministrative contro l’uscente Virginia Raggi, il leader di Azione, Carlo Calenda, e il ‘tridente’ del centrodestra, composto da Enrico Michetti, Simonetta Matone e Vittorio Sgarbi.

A Bologna, invece, il testa a testa è solo tra Matteo Lepore e Isabella Conti: il candidato sostenuto dalla “ditta” del Pd contro la giovane sindaca di San Lazzaro di Savena, che ha come sponsor Matteo Renzi ma soprattutto gli ex renziani rimasti tra i dem con Base riformista. Anche in questo i numeri saranno fondamentali, perché il target è quello di portare almeno 20mila cittadini a votare per le primarie. Le premesse, comunque, fanno ben sperare, visto che più di 5mila persone hanno provveduto a fare la preregistrazione. Se a prevalere fosse Lepore, che ha ricevuto l’endorsement anche del leader in pectore del M5S, Giuseppe Conte, ci sarebbe uno spiraglio per provare a costruire un’alleanza larga alle elezioni, coinvolgendo non solo Leu ma anche gli stessi Cinquestelle. Che poi è il vero tema sul tavolo del voto di oggi.

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