Dopo la valutazione positiva (con qualche modifica) del Garante della privacy, il green pass elaborato dal governo si appresta ad entrare in vigore. Il Dpcm potrebbe essere firmato già nelle prossime ore dal presidente del Consiglio Mario Draghi, in Cornovaglia per il G7. Il certificato è il risultato del lavoro congiunto di tre ministeri: quello della Salute, dell’Innovazione ed dell’Economia.

IL GREEN PASS ITALIANO – Sarà simile a quello europeo, ma con qualche differenza. Servirà per spostarsi liberamente in Italia anche in zone arancioni o rosse (anche se attualmente ci sono soltanto zone bianche o gialle), per accedere ad eventi e manifestazioni pubbliche, oltre che per visitare gli anziani nelle Rsa e partecipare a feste di celebrazioni civili e religiose anche al chiuso. Stando al sito del ministero della Salute aggiornato al 20 maggio, il certificato verde attesterà l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, la guarigione dall’infezione (prendendo come riferimento la data della fine dell’isolamento), o l’esito negativo ad un tampone molecolare o antigenico rapido nelle 48 ore precedenti. Sono esempi di green pass validi: il certificato rilasciato alla fine del ciclo vaccinale, quello rilasciato dopo la prima dose, il certificato che attesta la fine dell’isolamento rilasciato dall’Asl o il referto di un test rilasciato dall’ente presso cui si effettua il tampone (come farmacie, medici, laboratori analisi).

VALIDITÀ – Il certificato ha tempi di validità diversi in base alla situazione in cui viene rilasciato. Se dopo la prima dose di vaccino, avrà validità dal 15° giorno in poi fino alla data della seconda dose, e di nove mesi dopo entrambe le dosi del vaccino. Se viene rilasciato in seguito alla guarigione dal Covid-19, la validità è di sei mesi dalla fine dell’isolamento. Mentre, se viene rilasciato dopo essersi sottoposti al test rapido o molecolare, la validità è di 48 ore dal tampone. Dalle informazioni fornite dal ministero, la scadenza di nove mesi dopo il vaccino e di sei mesi dopo la guarigione “è stata fissata provvisoriamente”. Le indicazioni in materia saranno, infatti, revisionate periodicamente.

GREEN PASS EUROPEO – Simile a quello italiano, è il green pass europeo che entrerà in vigore dal 1° luglio. Il Digital Green Certificate (Dgc) altro non è che lo stesso certificato, ma utilizzabile a livello europeo attraverso un codice a barre bidimensionale, QRcode. Potrà essere utilizzato per spostarsi nei Paesi dell’UE che hanno definito regole comuni per l’emissione, per le piattaforme da utilizzare e per il controllo della validità. Il Dgc sarà gratuito e disponibile in italiano e inglese. Va detto, però, come precisato dall’istituzioni di Bruxelles che il certificato digitale europeo è utile ad agevolare la libera circolazione all’interno dell’UE, ma che “non costituirà un prerequisito per la libera circolazione, che costituisce un diritto fondamentale nell’UE”, garantendo comunque agli Stati membri la possibilità di adeguare le restrizioni in vigore per motivi di salute pubblica. Sarà possibile scaricare il proprio certificato da alcune piattaforme indicate dal governo (come l’App Immuni), che hanno superato la valutazione del Garante per la privacy. I certificati comprenderanno – come sottolineato dall’UE – solo una serie limitata di informazioni necessarie che non potranno essere conservate dai paesi visitati.

Il green pass italiano, o certificato verde e quello europeo, o Digital Green Certificate, sono dunque complementari. I certificati verdi sono rilasciati in ambito regionale e sono validi solo sul territorio nazionale, fino all’entrata in vigore del Digital Green Certificate, che verrà invece emesso da una piattaforma nazionale (che funzionerà sulla base dei dati forniti dalle Regioni) e conterrà un codice a barre univoco per verificarne digitalmente l’autenticità e validità in tutti i Paesi UE.

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