“E invece niente, no (Nessun dolore)/Non sento niente, no (Nessun dolore)/Nessun dolore (Nessun dolore, nessun, nessun dolore)”. Sky Calcio Club ancora con la giacca. Ultima puntata (forse, chissà, ma dove, ma come, ma quando, non ci posso credere) con lo scazzo più scazzo dell’anno. Poppette di Bavaria. Cuore di patata. Quattro tipi di carne. Verona da SuperLega. Napoli da Interregionale. “Subito una grande cagata”. Verona come il Manchester City di Guardiola. “Bisogna portare rispetto”. Verona che veniva da quattro sconfitte e tre pareggi negli ultimi due mesi. “Squadra dato sempre massimo”. Un boccone, uno poppetto. Uno poppetto, un bicchiere di vino del Re… “Nessuno ha detto o vuole insinuare che nelle precedenti partite non vi siate impegnati, e oggi sì. Nessuno lo pensa”. “Ma che fai Caressa tu mancia? Infermieri, infermieri, lui mancia! Lui mancia tutto!”. Abbiamo ringraziato tutti? I cameraman, regia, trucco e parrucco? Gli ideatori del ciuffo alla schiaffo del soldato? Coreografi dell’Hully Draghy e del “mi alzo, mi siedo, mi alzo e mi risiedo”? Billy, Beppe, Luca, Sandro, Gigi, Nando, Ninni, Ciucci, Lalli? E il Club che fine fa? Intanto Fabio mancia poppetto di Bavaria

“Non c’è tensione (Nessun dolore)/Non c’è emozione (Nessun dolore)/Nessun dolore (Nessun dolore, nessun, nessun dolore)”. Diretta Solo Calcio su ÈTv. Juventus tiro al bersaglio. Bologna luna park. 4 a 0 che sembrano 40 a 0. La conduttrice Orlandi: “Noi la partita continuiamo a raccontarla, però…”. Manfredi Campione (si fa per dire) dal Dall’Ara: “Anestesia totale, nessuno parla, c’è grande imbarazzo”. Dallo studio qualcuno: “Non so come faremo ad arrivare alla fine”. Pepe Anaclerio infila già gli scarpini, cinque minuti del secondo tempo, anche se un po’ sovrappeso dopo i tortelloni ritrovati, a sostituire Schouten, Svanberg, Bergman o Bibi Andersson, non glieli toglie nessuno. Jack Bonora, da casa sua, non sa più cosa mettere sullo sfondo per l’incazzatura. Dopo la recente tendina del cucinotto, ecco un interruttore della luce che andrebbe riavvitato per l’occasione e il calendario di Frate Indovino: “Dovremmo arrabbiarci, ma ci arrabbiamo troppo poco”. Boo bobbo boo bobbobooo, lalla, lalala lalla lala lala la lalalla. L’avvocato Cardi (c’è sempre un avvocato in una trasmissione di calcio, Kitikaka docet): “Mihajlovic l’ha sempre spiegato: questo è un campionato fasullo, il suo presupposto è anche il mio”. Ma i buoi sono già scappati. Le truppe napoleoniche hanno già dato fuoco al convento. Da casa i messaggi sono tutti: “Cacciate Sinisa”. Più che poppetto di Bavaria volano porzioni di lasagne con besciamella acida. Manfredi Campione (ricordate l’indovinello all’inglese name o surname?) dal Dall’Ara la butta sul british (consecutio alla professor Birkermaier): “Non mi sarei mai immaginato di trovarmi all’ultima giornata e sperare che Sinisa se ne vada”. Jack si avventura in un futurista paragone tra tortellini, calici di vino, e calcio giocato, fino ad evocare Ranieri Claudio, non Massimo (“non perdere l’amore, ma perdere l’onore”). Quando infine fuori onda, ma ben in onda, risuona l’esclamazione epocale del commentatore Marco Salicini: “Mamma mia, mamma mia, che schifo”.

“Tu mi sembri un po’ stupita/Perché rimango qui indifferente/Come se tu non avessi parlato/Quasi come se tu non avessi detto niente/E invece niente, no, non sento niente, no, nessun dolore”. Anche Tikitaka chiude i battenti (forse, chissà, ma dove, ma come, ma quando, ma davvero). Tre tenores senoritas cantano un disperato We are the champions tra Celine Dion sul Titanic e Arturo Brachetti a Zelig. Poi Piero Pierino apre l’ultima puntata con le sue lastre della diverticolite. Potremmo fermarci qua. E invece ci sono due ore e mezza di late night, di oroscopone, di gang bang, di prociesso bishcardiano. Massimo Mauro si mette in punta sulla sedia e dà su di voce a Ciccio Graziani. Pasquale Bruno si intromette e parla sopra Graziani (e Mauro). Allora Mauro parla più forte e sovrasta la voce di Bruno che però continua a parlare, come continua a parlare Graziani. Si intromette Giuseppe Cruciani (orfano di Gottardo e di Parenzo sembra suo cugino) che alza ancor più la voce di Bruno, Graziani e Mauro. A quel punto è Bruno a rispondere a Cruciani, quando ancora Cruciani parla. Mauro non ci sta e rilancia dando su di voce a Bruno che ha come sottofondo Cruciani, Graziani, e gli echi precedenti di Mauro e Bruno stessi). A quel punto si intromette Zazzaroni che la voce non la alza, ma comincia a parlare sopra Mauro, Bruno, Cruciani, Graziani, Pecci, Zaccarelli, Pulici, Claudio Sala. Chiambretti: “Ma a Pirlo manca l’angelo custodeeee”. Colpo di scena: Auriemma non è più in collegamento da Napoli, ma è lì in studio ed entra trionfalmente. A quel punto Auriemma comincia a parlare sopra la sua voce da solo. Oppini prova a superarle entrambe, ma Vicedomini la alza più di tutti. A quel punto interviene Zazzaroni che la voce non la alza ma comincia a parlare sopra Vicedomini, Oppini, Auriemma, Helenio Herrera e Omar Sivori. Cruciani non ci sta e si intromette su Zazzaroni, mentre ancora Vicedomini, Oppini, Auriemma si stanno accapigliando a voce altissima e Mauro cerca di sedare la rissa verbale chiamando in causa Bruno, il quale imbestialito dà su di voce a Ciccio Graziani. All’una e trequarti il miracolo: niente San Pietro sulla traversa, ma sette persone che parlano tutte insieme, appassionatamente. “Chi l’avrebbe detto che saremmo arrivati fin qua?”.

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