Un dattiloscritto inedito potrebbe far venire alla luce nuovi importanti caratteri della personalità artistica di John Steinbeck, uno degli autori più celebri della letteratura americana, scomparso nel 1962. Steinbeck scrisse almeno tre romanzi che non furono mai pubblicati. Due sono stati distrutti dal giovane scrittore mentre lottava per farsi un nome. Ma un terzo è sopravvissuto, chiuso in un archivio da quando fu rifiutato per la pubblicazione nel 1930: si tratta di una storia di lupi mannari, intitolata “Murder at Full Moon”, firmata con lo pseudonimo di Peter Pym.

A chiederne la pubblicazione a oltre 50 anni dalla morte dello scritto, è Gavin Jones, accademico britannico, professore di letteratura americana alla Stanford University, che ha domandato alla fondazione che riunisce gli eredi di Steinbeck di consentire finalmente la pubblicazione dell’opera sul licantropo, scritta quasi un decennio prima di capolavori come “Uomini e topi”, “Furore” e “La valle dell’Eden” che gli fecero ottenere il Premio Nobel della Letteratura 1962.

Secondo Jones, “ci sarebbe un enorme interesse pubblico per un romanzo totalmente sconosciuto su un lupo mannaro firmato da uno degli scrittori americani più conosciuti e letti del XX secolo”, come riporta il “The Guardian”. Tuttavia, almeno per ora, gli agenti che gestiscono i diritti letterari di Steinbeck non sembrano intenzionati ad autorizzare la stampa dell’inedito.

In ogni caso Jones annuncerà i risultati delle sue ricerche d’archivio nel volume “Reclaiming John Steinbeck: Writing for the Future of Humanity”, che sarà pubblicato da Cambridge University Press il 10 giugno. Il dattiloscritto di 233 pagine è conservato negli archivi dell’Harry Ransom Center presso l’Università del Texas ad Austin. Ambientato in una immaginaria città costiera californiana, “Murder at Full Moon” racconta la storia di una comunità che vive nell’incubo dopo una serie di raccapriccianti omicidi avvenuti durante la luna piena. Gli investigatori temono che un mostro soprannaturale sia emerso dalle paludi vicine. Tra i personaggi del romanzo figurano anche un losco appassionato collezionista di armi ed un eccentrico detective dilettante che si propone di risolvere i misteriosi crimini usando tecniche ispirate della sua ossessione per la narrativa poliziesca.

Nell’inedito anche due illustrazioni dello stesso scrittore che rappresentano la pianta dell’edificio in cui sono avvenuti gli omicidi e i corpi delle vittime e sono fittiziamente realizzati da uno dei personaggi che cerca di risolvere gli omicidi. Il professore Jones descrive il romanzo inedito come “un mondo lontano dalle rappresentazioni realiste di Steinbeck della Grande Depressione americana”, il che potrebbe spiegare perché lo scrisse sotto lo pseudonimo di Peter Pym. “Anche se è molto diverso dagli altri lavori di Steinbeck, in realtà riflette il suo interesse per la trasformazione umana violenta, l’indagine connessione uomo-animale che si trova in tutta la sua opera – ha spiegato lo studioso – Non è certo lo Steinbeck realista, ma lo Steinbeck naturalista, interessato alla natura umana. È una storia inquietante in cui l’atmosfera è di segretezza, avvolta in una nebbia che appare maligna”.

In un altro archivio – il Center for Steinbeck Studies della San Jose State University – Jones ha anche portato alla luce una storia di Steinbeck praticamente completa e inedita intitolata “Case History”. È una versione precedente di una storia pubblicata, “The Vigilante”, basata su un vero linciaggio avvenuto a San Jose nel 1933 di due uomini accusati di rapimento e omicidio di un cittadino.

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