Forniva false certificazioni per passaggi di proprietà di veicoli che non venivano mai registrati, autenticando abusivamente gli atti di vendita degli stessi e appropriandosi in maniera indebita delle somme che pagavano i cittadini. Con queste accuse, lo scorso 27 aprile un 52enne di Milano si è visto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal sostituto procuratore Piero Basilone e notificato dai Carabinieri della Stazione Milano Porta Genova e gli agenti della Polizia Locale.

La particolarità di questa vicenda, però, consiste nel numero di capi d’imputazione a carico dell’uomo: 280 in totale, ai danni di enti e cittadini. I reati per cui è indagato sono vari: peculato, usurpazione di funzioni pubbliche, truffa, uso abusivo di sigilli e strumenti vari, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative. Le indagini sono scattate nel 2017 dalla stazione carabinieri Milano Porta Genova e dagli agenti di Polizia Giudiziaria dell’Area Procedure Sanzionatorie della Polizia Locale. Sono nate in seguito a una serie di denunce fatte dai cittadini presso alcuni organi di Polizia di Milano e della Brianza. Stando a quanto ricostruito, i reati sono stati commessi negli anni tra il 2014 e il 2019.

La sua posizione è aggravata dal fatto che fosse un pubblico ufficiale, cosa che ha anche consentito la procedura d’ufficio. Stando a quanto riportano le forze dell’ordine, l’uomo ha fornito una serie di certificazioni false – come i tagliandi autoadesivi dei libretti di circolazione – ottenute forzando il sistema informatico della Motorizzazione civile. I passaggi di proprietà, pagati e riportati sui libretti, in realtà non venivano effettuati e l’uomo poteva appropriarsi così indebitamente della somma. Inoltre, nonostante dal 2017 fosse stato più volte sospeso dalla possibilità di accedere allo “sportello telematico dell’automobilista”, (e poi definitivamente nel 2018), l’uomo aveva mantenuto la disponibilità dei sigilli che utilizzava abusivamente per autenticare gli atti di vendita. Nel 2019 è arrivata poi la revoca definitiva all’esercizio dell’impresa di consulenza automobilistica, ora chiusa. Le denunce dei cittadini hanno consentito di individuare con certezza 162 condotte antigiuridiche, con un appropriamento indebito di almeno 64mila euro accertati. Stando a quanto riportano gli inquirenti, è plausibile che si tratti di una cifra molto più elevata, tenendo conto del fatto che molti dei pagamenti per i passaggi di proprietà mai avvenuti sono stati effettuati in contanti.

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