L’ultimo film di Carlo Verdone non va in sala e all’Anec (l’associazione degli esercenti del cinema) si arrabbiano parecchio. Il fulmine a ciel non proprio sereno arriva nel pomeriggio del 29 aprile quando si viene a sapere che Si vive una volta sola, dopo tre giorni di proiezione nelle sale romane della Filmauro di Aurelio De Laurentiis, produttrice del film, finirà direttamente su Amazon Prime. È lo stesso comico romano a dichiararlo su Tv Sorrisi e Canzoni. Alla domanda “lei ha resistito alla tentazione delle piattaforme”, Verdone risponde: “Fino a che ho potuto. Ora il film uscirà in alcune selezionate sale cinematografiche, poi lo vedrete su Amazon Prime Video. Ma non ho grandi aspettative sui cinema, molta gente l’ha già visto nelle anteprime e il grosso della pubblicità era stato fatto”.

Insomma uno di quei film italiani su cui il settore contava per un rilancio di pubblico nelle sale martoriate dal Covid saluta il circuito della distribuzione nazionale che ha riaperto dopo ben cinque mesi di stop. Si vive una volta sola era stato visto da un numero ristretto di spettatori in alcune anteprime nazionali organizzate nel mese di febbraio 2020, prima del blocco di ogni spettacolo al chiuso dovuto al lockdown del governo Conte. Nemmeno dopo la riapertura dei cinema dello scorso giugno con l’80% delle sale riaperte, il gruppo Filmauro aveva rimandato l’uscita soltanto al 26 novembre 2020, ignorando le oltre 1.000 sale aperte da fine agosto che attendevano i film di prima visione e ritrovandosi nuovamente bloccato dalla nuova chiusura in zone gialle, arancioni e rosse di fine ottobre. “Durante tutti i mesi di chiusura, il regista e protagonista Carlo Verdone, da sempre al fianco dell’esercizio cinematografico oltre che, per anni, esercente del cinema Roma nella capitale, aveva rinnovato la propria solidarietà al settore e l’interesse a distribuire il proprio film al cinema”, sottolinea l’Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema).

“Anziché circoscrivere la disponibilità del film alle proprie sale, Filmauro avrebbe potuto partecipare attivamente, con prevedibile successo, alla ripartenza dei cinema, peraltro con un film sostenuto dal ministero della Cultura, di sicuro impatto e molto atteso dal pubblico. Ferma restando la liceità dell’accordo con la piattaforma per il passaggio in streaming, si è voluta in questo modo negare la possibilità di usufruire della destinazione primaria del film nelle sale cinematografiche”, ha chiosato piccato Mario Lorini. Un’occasione mancata, insomma, nel momento in cui un intero comparto industriale di grande tradizione e valore del nostro paese cerca di uscire dalla crisi “in modo unitario”, da Anec ricordano che c’è bisogno del “sacrificio di tutti”.

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