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Piano pandemico, è importante lottare contro il virus ma è difficile farlo senza armi

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Un mio caro amico ha dovuto fare con urgenza un intervento al cuore. Dopo circa quindici giorni, come un orologio svizzero, è stato colpito dal Coronavirus ed ora lotta con tutto il cuore per sconfiggerlo. Era necessario l’intervento ed è importante lottare. Molto diverso è dover lottare senza avere armi perché le armi non sono state preparate in tempo.

La magistratura di Bergamo da tempo indaga sulle inadeguatezze del protocollo pandemico durante la prima ondata. Quella che ci ha fatto scalare la classifica e arrivare al primo posto per numero di morti in relazione alla popolazione. Aspettiamo fiduciosi l’esito delle indagini come le aspettano i parenti delle vittime della zona italiana più colpita. Ma da allora realmente è cambiato qualcosa? Il piano pandemico è stato aggiornato? I medici di base sono tornati a visitare i pazienti? Le rianimazioni sono state ampliate in modo definitivo? Il ministro della Salute era al corrente di tutte le lacune?

Durante la pandemia è cambiato il governo ma il ministro della Salute è rimasto lo stesso. Ieri ha ottenuto il salvataggio ad una richiesta di sfiducia praticamente da tutti i partiti componenti il governo Draghi. Ma al governo non interessa ad esempio che Speranza non abbia mai risposto ai giornalisti di Report e di Non è l’Arena che da mesi chiedono lumi su mail scambiate fra Ranieri Guerra e Speranza sugli “asinelli di Venezia” che hanno denunciato la mancanza di un piano pandemico aggiornato, che probabilmente avrebbe salvato migliaia di cittadini e di personale sanitario?

Chi ha denunciato, Francesco Zambon, ha avuto la coerenza di dimettersi per difendere il bene comune, mentre il parlamento ha “salvato” chi, insieme ad altri, avrebbe dovuto avere il dovere di rispondere. Immagino questa sia l’Italia che ci meritiamo.

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