Dopo il via libera della Camera, anche il Senato ha approvato a larghissima maggioranza il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Che ora farà un ultimo passaggio in Consiglio dei ministri prima dell’invio formale in Europa previsto entro il 30 aprile. La risoluzione sul Recovery è passata a Palazzo Madama con 224 voti a favore, 16 contrari e 21 astenuti (Fratelli d’Italia), al termine di una giornata iniziata con l’intervento di Mario Draghi. Il presidente del Consiglio ha illustrato il Pnrr, ripercorrendo lo stesso discorso già fatto ieri a Montecitorio e che ha ottenuto l’approvazione con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti (sempre Fdi). “Senza le riforme”, ha spiegato il premier, “dispero di spendere bene tutti questi soldi, già è difficilissimo”. E poi, replicando ai senatori, ha ribadito la necessità che tutte le forze politiche e le istituzioni lavorino insieme: “La sconfitta su questo fronte è grave perché a pagare il prezzo saremo noi, ma anche per il futuro dell’Europa perché non sarà più possibile convincere gli altri europei a fare una politica fiscale comune, a mettere i soldi insieme. Mettere i soldi insieme e fare una politica fiscale comune torna a nostro beneficio perché siamo uno dei Paesi più fragili dell’Ue”. Di fronte alle proteste per il poco tempo concesso all’analisi del testo, il premier ha più volte ringraziato il Parlamento per “l’impulso politico”. E cercato di garantire che, nei prossimi mesi, le Camere torneranno centrali. Ha quindi ripercorso le sei missioni del Pnrr, con altrettanti finanziamenti e interventi strutturali. Non sono mancati alcuni lapsus: ha chiamato i senatori “deputati” e citando il 25 aprile ha parlato di “festa di libertà” e non “della Liberazione”. Errori che l’Aula non ha mancato di segnalare. Durante il suo intervento, Draghi è stato anche interrotto da Ignazio La Russa (Fdi) e la presidente Elisabetta Alberti Casellati ha dovuto richiamare all’ordine.

Al termine del discorso è iniziata la discussione generale: un dibattito senza sorprese, proprio come a Montecitorio. La maggioranza che sostiene l’esecutivo è larghissima e salvo qualche sfumatura, i partiti si sono espressi a favore dell’impianto generale del piano. Per il M5s si deve ringraziare per l’ex presidente del Consiglio Conte che ne ha firmato la prima versione. Grandi elogi sono arrivati poi da Matteo Salvini, leader del Carroccio, che ha addirittura ringraziato Draghi perché lo ha reso “orgoglioso di essere italiano”. Elogi simili a quelli usati da Matteo Renzi che, come se fosse niente, ha dimenticato tutte le contestazioni fatte a Conte sulla scarsa partecipazione delle Camere nella stesura del Recovery plan: “Questa è una rilevante occasione che la storia ci ha dato, di poter dire che l’Ue serve e che l’Italia pensa al futuro delle prossime generazioni”, ha detto. “La vera svolta che arriva dal presidente Draghi è ‘il gusto del futuro contro gli interessi costituiti’, questa è la vera anima del piano e dice alla politica di guardare a un orizzonte più ampio”.

La replica di Draghi: “Non ho mai detto garantisco io con l’Ue, non è nel mio stile” – Intervenendo dopo la discussione generale, Draghi ha risposto ai senatori ribadendo la centralità delle Camere e rivendicando i fondi per il Sud. “Oggi è un giorno positivo, non è una cosa di cui dispiacersi. E’ positivo per l’Italia. Questo Senato è stato protagonista nel disegno attraverso consultazioni e osservazione e sarà protagonista nell’attuazione del piano”, ha detto. Rivolgendosi alla senatrice Fdi Daniela Santanché che lo aveva accusato di voler trattare direttamente con l’Ue perché Bruxelles non si fida dell’Italia. “Non ho mai detto garantisco io” con l’Ue, “non è il mio stile”, ha detto Draghi. Quindi ha continuato: “Al centro del piano c’è l’Italia, con le sue straordinarie qualità e le sue ormai storiche fragilità, su cui credo che tutti siamo d’accordo”. Bisogna “affrontarle e risolvere, questo piano ci dà l’occasione per farlo. E’ sì un disegno di progetto, ma è anche occasione per riflettere: dobbiamo lavorare insieme, non solo qui dentro ma insieme con gli enti locali e con tutto il popolo italiano. Pensate che l’Italia resti la stessa dopo? Il piano avrà effetti sia economiche che sociali”: i progetti “si possono attuare solo se c’è accordo, volontà di successo non di sconfitta”. E ha ribadito quanto già detto ieri a Montecitorio: “Corruzione, stupidità, interessi costituiti continueranno ad essere i nostri nemici e sono certo saranno battuti. Ma c’è anche l’inerzia istituzionale che si è radicata per la stratificazione di norme negli ultimi 30 anni. Le riforme ci aiuteranno a superarle e per questo sono così importanti”.

A proposito di fondi per il Sud, Draghi ha detto che “si potrà fare meglio”, ma “non c’è una discriminazione colpevole“: “Sarà importante evitare che i programmi straordinari al Sud siano compensati da una riduzione della spesa ordinaria. La prima lezione è però che il Sud non è stato discriminato: si potrà far meglio, rimediare a qualche mancanza, ma non c’è una discriminazione colpevole. La seconda lezione è che le risorse saranno sempre poche se uno non le usa. Il governo ha previsto nel Pnrr gruppi di lavoro che possono essere di aiuto in questa fase se graditi”.

Infine Draghi ha parlato di giustizia: “Per il senatore Dal Mas spendiamo troppo, per il senatore Barboni spendiamo poco. Secondo me hanno ragione questi tutti e due. Per 100mila abitanti l’italia ha 3.7 pm, la Francia ne ha 3, la Germania ne ha 7, il Regno Unito 8,6 e la Spagna 5. Anche qui è importante investire e aumentare gli organici e farlo bene. Anche qui la qualità del capitale umano che si accumulerà è molto importante”.

I grandi elogi di Salvini: “Lei mi ha reso orgoglioso di essere italiano”Il leader del Carroccio è intervenuto in Aula in serata, poco dopo che la Lega alla Camera aveva ottenuto l’approvazione dell’ordine del giorno sul coprifuoco: tutto già previsto, ma di fatto una vittoria del centrodestra. Pochi minuti dopo, Salvini ha preso la parola a Palazzo Madama: “Grazie per l’autorevolezza che sta restituendo all’Italia, altri aspettavano consigli se non gli ordini dalla signora Merkel“, ha detto. “Il fatto che lei abbia chiamato la presidente della Commissione europea e chiesto rispetto per l’Italia mi ha reso orgoglioso di essere parlamentare e cittadino di questo Paese. Essere in Europa sì, ma da protagonisti e non da comparse. Anche i simboli sono importanti”. Salvini ha poi sottolineato che il Carroccio non intende lasciare la maggioranza e questo nonostante la Lega continui con un atteggiamento ambiguo, tra ammiccamenti all’opposizione di Fratelli d’Italia e invece proclami di fiducia al governo. Prima di Salvini però, nel corso del dibattito, per la Lega aveva preso la parola il senatore Simone Pillon, che, invece di parlare di Pnrr, è ritornato a polemizzare per il ddl Zan contro l’omotransfobia sostenuto da Pd, M5s, Leu e Iv. E ha chiesto l’aiuto di Draghi su presunti “attacchi alla famiglia naturale”. Segno che gli equilibri dentro la maggioranza non sono così sereni e il Carroccio fa muro su più di un tema.

Fratelli d’Italia: “No al voto in 24 ore” – Per Fdi ha parlato la senatrice Daniela Santanché, che ha ribadito la linea del partito di Giorgia Meloni e protestato per i tempi di discussione. “Mi viene il dubbio che questo Piano sia una trattativa tra lei e la Commissione europea, perché quando lei dice ‘Garantisco iò a me viene il dubbio che l’Europa non si fida dell’Italia e degli italiani”, ha detto. “Il 30 aprile (scadenza per la consegna del Piano all’Europa, ndr) non è una data perentoria, qualche giorno in più si sarebbe potuto prendere se si avesse avuto a cuore il luogo del Parlamento”, ha aggiunto sottolineando che “non possiamo votare in 24 ore, come se firmassimo una cambiale in bianco”. Draghi ha replicato però, dicendo che “prima si consegna il piano e prima arrivano i fondi”. Fdi ha attaccato anche sulle riforme: “La sua maggioranza si è divisa su un’ora in più del coprifuoco, mentre secondo noi non doveva proprio esserci. Allora come farà presidente? Capisco che per tutti lei è Supermario ma come farà a fare le riforme con una maggioranza che è divisa sulla visione dell’Italia? Quale sarà la riforma della giustizia che farà? Quella del M5s che vuole tutti in galera o come gli altri partiti che chiedono che il processo si velocizzi? Starà con chi vuole togliere il carcere ostativo o con chi vuole la certezza della pena?”.

Il M5s ringrazia Conte – Il M5s ha garantito il sostegno al piano, ma ne ha rivendicato il contributo di Giuseppe Conte. “La nascita del Pnrr”, ha detto Marco Pellegrini (M5s) intervenendo in Aula, “è ascrivibile all’ex premier Giuseppe Conte e alla maggioranza che lo ha sostenuto per tutto il 2020, in cui ha avuto un ruolo decisivo il M5s. Tutto è nato dalla lettera scritta il 25 marzo del 2020 da Conte, capace di riunire intorno all’Italia i governi di altri 8 Paesi. E capace di produrre uno sconvolgimento nelle politiche europee di austerity. Una scossa, quindi, a quell’Europa che ancora nel marzo 2020 pensava di poter contrastare le conseguenze drammatiche della pandemia con il Mes o la Bei. Il Mes, e mi viene da sorridere, per non piangere, ripensando a chi in quest’aula spacciava per salvifico uno strumento miope, di fatto già condannato dalla storia delle recenti crisi finanziarie”.

L’appoggio al governo, specie al Senato, rimane però molto combattuto per i 5 stelle. E nel corso del dibattito ha preso la parola l’ex ministra M5s Barbara Lezzi, una di quelle senatrici 5 stelle espulse proprio per il mancato sostegno all’esecutivo. “Questo piano sembra scritto da qualcun altro”, ha detto. “L’anima del piano dovrebbe essere la riforma fiscale, ma a questo sono dedicate solo alcune righe perché di fatto non potete fare nulla. Ci vorrebbe una forte volontà politica. Del resto, volete fare la lotta all’evasione fiscale con un condannato come Berlusconi? Davvero lo volete fare con lui? Fa ridere, se non ci fosse da piangere”.

Pd: “Agenda Draghi è la nostra”. Ma il dem Stefano chiede più soldi per il Sud – Per il Partito democratico ha parlato la capogruppo Simona Malpezzi: “L’agenda che lei presidente ha delineato è l’agenda dei democratici, un’agenda europeista che mette al centro l’Europa, le donne, i giovani e il lavoro. Capisco che qualcun’altro faccia più fatica”, ha detto. Nel pomeriggio però era intervenuto Dario Stefano che seppur dicendosi a favore del testo, ha espresso insoddisfazione per i fondi previsti per il Meridione. “Sono consapevole che sia importante leggere che il 40% delle risorse sono destinate al Sud. Tuttavia non credo che basti: non è una vittoria, non è un traguardo, ma l’incipit di una nuova consapevolezza di dover procedere una inversione di rotta per mettere il sud in linea con l’intero Continente”. E ha chiuso: “Il mio non è campanilismo, ma serve pensare di più al mezzogiorno”.

La senatrice a vita Cattaneo: “Fondi per la ricerca sono insufficienti, ma sono una base”. Draghi le risponde – Ad aprire la discussione in Aula era stata la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo che ha voluto parlare dei fondi per la ricerca. “Quelli previsti dal Pnrr sono importanti piani d’investimento in ricerca ma “straordinari”, ha detto. “Ecco io mi aspetto che il Paese che si prepara, ad un ammodernamento riconosca la necessità di avere come voce strutturale di bilancio dello stato, fondi specifici per la ricerca di base, per gli studi in tutti gli ambiti umanistici, artistici, scientifici, di un ordine di grandezza mai visto in passato, allocati solo ed esclusivamente in maniera competitiva e trasparente, con importi e tempistiche certe. Chiediamo l’ordinario, oltre lo straordinario”. Cattaneo ha quindi espresso la preoccupazione che “le risorse che si è scelto di investire” non siano “in grado di compensare la deprivazione sofferta nell’ultimo ventennio dal settore”. Ma, ha concluso, “rappresentano senza dubbio una base importante del rilancio della ricerca italiana”. A lei ha risposto Draghi nella replica serale: “Più fondi alla ricerca su base ordinaria? Certamente, ci si tornerà con la legge bilancio. Il suo invito a procedere alla assegnazione di fondi attraverso selezioni competitive è stato accolto”.

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