La maggioranza prova a risolvere il nodo coprifuoco con un ordine del giorno che nella sostanza ribadisce quanto già era noto: a metà maggio le restrizioni verranno riviste in base ai dati sul contagio e sui vaccini. Tanto basta a Matteo Salvini per esultare, visto che evita l’imbarazzo di dover votare contro l’odg di Fratelli d’Italia che chiedeva l’abolizione immediata del limite orario fissato alle ore 22. “Non c’è nessuna vittoria da sbandierare, era stato deciso tutto in cabina di regia: ci sarà un tagliando tra due-tre settimane, se i dati lo permetteranno possiamo allentare, in caso contrario no”, evidenzia il capodelegazione M5s, Stefano Patuanelli. Ma il nuovo atto non basta nemmeno a sanare le spaccature interne alle forze di governo, perché alla prova dell’Aula la proposta di FdI viene respinta senza la destra. Sia Lega che Fi infatti decidono di non votare contro gli alleati di centrodestra, scatenando le critiche di Pd, M5s e Leu. Il capogruppo Cinquestelle Davide Crippa parla di una scelta “paradossale”, la omologa democratica Debora Serracchiani attacca: “Non può esserci una maggioranza ‘a la carte’, che decide se stare dentro o fuori“.

L’ordine del giorno di maggioranza è stato il frutto di una mediazione tra il ministro Federico D’Incà e il premier Mario Draghi: il governo ha impiegato diverse ore per trovare una sintesi, con varie sospensione della seduta alla Camera. Il testo riformulato impegna il governo “nel mese di maggio a valutare, sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese con il decreto-legge n. 52 del 2021, anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento”. Nella sostanza è quello che Salvini dava per certo già una settimana fa, quando raccontava che Draghi gli aveva promesso un tagliando delle misure a metà maggio.

La valutazione a metà maggio già decisa – La scelta di un aggiornamento sul coprifuoco tra due/tre settimane era infatti già nelle cose, come confermano le parole dello stesso ministro della Salute Roberto Speranza e del presidente del Css Franco Locatelli nei giorni scorsi. “Metà maggio è il tempo minimo che serve per vedere l’impatto sulla curva delle riaperture”, spiegava Locatelli domenica scorsa, con il ministro che aggiungeva: “Se ci saranno le condizioni, io sarò il più felice di tutti a fare ancora dei passi avanti sul coprifuoco come su ogni altra misura”. Ancora prima, il 23 aprile, era Mara Carfagna a sottolineare che “coprifuoco, così come aperture dei ristoranti all’aperto e al chiuso, saranno rivalutati a maggio sulla base dei contagi”. Sempre in Forza Italia, anche la ministra Mariastella Gelmini il 25 aprile a Il Messaggero tranquillizzava le Regioni: “Se continua il trend positivo a metà maggio si cambia il coprifuoco e il nostro obiettivo è quello di abolirlo. Si riaprono nuove attività“.

Le giravolte di Salvini – L’ufficialità della data di metà maggio è servita solo a Salvini per disinnescare l’ordine del giorno anti-coprifuoco presentato da Fratelli d’Italia. Il mancato appoggio della Lega al suo partito alleato avrebbe portato a una divisione netta nel centrodestra e costretto Salvini a spiegare perché mentre lanciava la petizione #nocoprifuoco negava il suo voto all’odg. Proprio Giorgia Meloni ieri aveva portato allo scoperto Lega e Forza Italia, chiedendo agli alleati di votare l’atto presentato dal suo partito. Il primo a esultare per l’odg di maggioranza è stato infatti proprio il leader della Lega: “Ci sarà un ordine del giorno della maggioranza sulla questione del coprifuoco, per rivedere le restrizioni già a maggio. Un odg recepito dal governo e votato da tutta la maggioranza“. Poi però il Carroccio e Fi hanno deciso comunque di non votare contro l’atto presentato da Meloni, provocando un nuovo strappo nella maggioranza.

Le critiche di Pd, M5s e Leu – “La destra, Forza Italia e Lega decidano che lingua parlano, se quella che usano a Palazzo Chigi quando approvano i provvedimenti del governo o quella dell’Aula, quando inseguono la Meloni“, attacca il deputato Pd Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo. “Non può esserci una maggioranza ‘a la carte’, che decide se stare dentro o fuori“, ha detto intervenendo in Aula anche la capogruppo democratica, Debora Serracchiani. “Una parte della maggioranza decide, per mero tornaconto personale, di capire in Aula che forse decide di votare un ordine del giorno strumentale“, accusa anche il capogruppo del M5s, Davide Crippa, che definisce “paradossale” la decisione di Lega e Forza Italia. Stesse critiche mosse anche da Leu: “Non si può fare una cosa in Consiglio dei ministri ed un’altra in Parlamento: non è accettabile”, ha detto nell’Aula della Camera Federico Fornaro. Il comportamento di Salvini era già stato criticato direttamente dal segretario Pd Enrico Letta e da Giuseppe Conte, che ieri lo ha accusato di “fingere di essere all’opposizione.

Italia Viva con il centrodestra – Gli unici ad approvare la nuova linea, di fatto schierandosi con il centrodestra, sono i renziani di Italia Viva: “Bene che la maggioranza abbia trovato con il governo l’intesa sul coprifuoco: rivedere i limiti orari serali sulla base dell’andamento dei contagi è un gesto di buonsenso che va nella direzione delle riaperture. E’ importantissimo tornare a vivere, se prevarrà la responsabilità e se la campagna vaccinale proseguirà come deve anche questa ultima limitazione verrà meno molto presto”, scrive in una nota il presidente dei senatori di Iv, Davide Faraone.

La reazione di Meloni – Il non-voto di Forza Italia e Lega comunque non è bastato a evitare un nuovo attacco di Giorgia Meloni, diretto certo all’esecutivo ma anche agli alleati di centrodestra: “Sono basita da un governo che è sordo, che non sente quello che la gente chiede e continua a votare provvedimenti che non aiutano a combattere il Covid. Tutti i partiti, al netto di FdI, non hanno votato, in modo o nell’altro, l’odg di FdI: quindi il coprifuoco rimarrà anche se comunque, grazie a Fratelli d’Italia, il governo si sarebbe impegnato a rivedere la misura del coprifuoco a maggio: che non è luglio, come previsto. Grazie a FdI che porta questi temi in Parlamento riusciamo ad ottenere dei micro-risultati“, ha detto in un video-messaggio su Fb la leader di Fratelli d’Italia.

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