“Non c’è stata violenza sessuale, ma sesso consenziente“. Lo ha sostenuto più volte Ciro Grillo, il figlio del fondatore del M5S, davanti al procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, durante l’interrogatorio che si è tenuto in gran segreto giovedì sera nei locali della piccola Procura. Un interrogatorio lungo, difficile, terminato solo in tarda serata, come racconta l’agenzia Adnkronos. E’ stato il suo legale a chiedere alla Procura di sentire Grillo junior, che è indagato, con tre amici, per violenza sessuale di gruppo su una giovane. I fatti risalgono al luglio 2019. Nel novembre scorso il magistrato ha chiuso le indagini e ha messo gli atti a disposizione della difesa, che ha chiesto un termine per fare le controdeduzioni ed eseguire le indagini difensive. Nei giorni scorsi sono stati ascoltati gli altri tre indagati dell’indagine: sono Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Giovedì sera è toccato, invece, al giovane Ciro Grillo.

Dalla Procura bocche cucite sul contenuto dell’interrogatorio. Entro fine mese i pm dovranno decidere se chiedere il rinvio a giudizio per Grillo junior e i suoi tre amici. Secondo i magistrati, infatti, non fu “sesso consenziente“, come dice invece la difesa degli indagati. Per l’accusa è stata “violenza sessuale di gruppo“. E per questo motivo i pm hanno allegato agli atti i verbali della ragazza, una giovane studentessa italo-svedese di 19 anni, che accusa i quattro ragazzi di averla stuprata più volte nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019. In quei giorni i giovani erano in vacanza in Costa Smeralda.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, grazie al racconto della vittima ma anche di alcuni testimoni, quella notte di metà luglio 2019, Ciro Grillo e i suoi tre amici avevano trascorso la serata al Billionaire. Poi, quasi all’alba, avevano lasciato il locale con due giovani studentesse milanesi. Le ragazze avevano seguito i quattro giovani nella villa di Grillo in Costa Smeralda. Solo che su quello che è accaduto qui ci sono diverse versioni. Da un lato la ragazza, che ha raccontato di essere stata stuprata, dopo che l’amica si era addormentata. Difesa dall’avvocata Giulia Bongiorno, ex ministra della Lega nel primo governo di Giuseppe Conte, la giovane ha raccontato più volte agli inquirenti quanto sarebbe accaduto in quella notte. I magistrati in oltre un anno di indagini hanno anche messo sotto controllo i telefoni non solo dei ragazzi ma anche di altre persone, tra cui quello di Parvin Tadjik, madre di Ciro Grillo e moglie del fondatore del M5s. La donna, sentita dai pm, ha sempre raccontato che quella sera dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumata la violenza, dicendo di non essersi accorta di niente.

Agli atti dell’indagine i pm hanno allegato anche il racconto della ragazza su come è avvenuta la violenza. “Verso le sei del mattino – si legge nelle carte – mentre R. M. (l’amica della vittima ndr) dormiva”, la giovane è “stata costretta” ad avere rapporti sessuali in camera da letto e ” nel box del bagno”, con uno dei ragazzi. “Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare”. I pm spiegano che la vittima è stata “afferrata per la testa” e costretta “a bere mezza bottiglia di vodka” contro il suo volere. La Procura ha anche una serie di fotografie e immagini che ha inserito nel fascicolo. “La ragazza ha poi perso conoscenza fino alle 15 quando è tornata a Palau“, scrivono i pm. La “lucidità” della vittima “risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti” sessuali. I quattro sono accusati di aver “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica” di quel momento.

Ma la versione fornita dai giovani è del tutto diversa. Hanno raccontato che il rapporto di gruppo con la giovane c’era stato ma che era “consenziente”. E per rafforzare la loro tesi hanno raccontato ai magistrati che li hanno interrogati che dopo il primo rapporto, lei e il primo ragazzo, sarebbero andati insieme a comprare le sigarette, e al ritorno, nella villa del Pevero, a Porto Cervo, lei avrebbe avuto rapporti consenzienti con gli altri tre. E che nei giorni seguenti ci sarebbero stati scambi di messaggi con i ragazzi. La denuncia è avvenuta solo successivamente, quando la ragazza era tornata a casa a Milano, quando ha raccontato quanto avvenuto durante una visita alla clinica Mangiagalli. A questo punto, spetta alla Procura decidere se chiedere il processo per Ciro Grillo e i suoli amici oppure optare l’archiviazione.

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