Si era sbagliato il ministro alla Cultura Dario Franceschini quando aveva dato l’annuncio nel settembre del 2019: il governo ha scelto, le grandi navi andranno fuori dalla laguna e ha lanciato un concorso di idee per trovare la soluzione migliore. E ora che pare che la pandemia possa mollare la presa? I colossi del mare da crociera sono pronti a ripartire e a fare scalo a Venezia, ma siccome non è stata trovata una soluzione alternativa, continueranno a transitare per il Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca, attraccando a Marittima. Nulla sembra cambiato rispetto a un anno fa, insomma, anzi rispetto al 2012 quando formalmente fu interdetto il passaggio nel cuore di Venezia. Le posizioni sono rimaste le stesse.

Annunciando la ripresa dei traffici passeggeri, il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato: “Msc conferma le prime due navi, è un bel segnale, vuol dire che il mondo non si è fermato”. Zaia non cita nemmeno l’ipotesi governativa di attracco off-shore in Adriatico, ha ribadito il progetto di far arrivare le navi a Porto Marghera: “Rispetto il dibattito e l’impegno a portare il traffico navale fuori dalla Giudecca e San Marco, noi stiamo sperando di arrivare a Marghera, intanto si riparte”.

Posizione analoga da parte del sindaco Luigi Brugnaro. “E’ una bella notizia per la città e per la sua filiera turistica, ora possiamo guardare al futuro con speranza e coraggio. Le navi sono un segnale importante, intanto andranno alla stazione Marittima di Venezia. Adesso è scaduto il bando dell’Autorità portuale per la realizzazione di un terminal a Marghera. Sarà la soluzione valida per un po’ di anni, fino a quando il Governo non deciderà di fare uno scalo in mare. Una cosa che a me sembra assurda”. Sono quattro i progetti che sono stati consegnati all’Autorità Portuale relativi al terminal di Marghera, alla scadenza del bando. Adesso una commissione dovrà valutarli. Vista l’incertezza della situazione, alcune compagnie avevano già spostato i loro approdi al porto di Trieste, anche se l’approdo veneziano è quello che suscita maggiori favori.

Chi non ha gradito sono, ovviamente, i No-Grandi Navi, anche perchè il decreto Clini-Passera, che vietava il transito per il Bacino delle navi con più di 40 mila tonnellate è del 2012, ma in nove anni non sono state trovate alternative. Lo sintetizza con sarcasmo Luciano Mazzolin, portavoce del Movimento. “Prendi il vecchio Decreto Clini-Passera… il nuovo decreto Draghi con un Bando internazionale per portare le crociere fuori dalla laguna, aggiungi le soluzioni ‘provvisorie’ per spostare le navi in tre banchine a Porto Marghera, ed anche il bando dell’Autorità Portuale di Venezia e Chioggia per un progetto per accosti crocieristici nel canale industriale Nord di Porto Marghera, infine prendi gli interessi economici e speculativi che gravitano intorno alla crocieristica, le posizioni di istituzioni e partiti subordinate agli interessi delle potenti lobbies”. Il risultato? “Agita il tutto bene per anni ed ecco il solito ‘bidone’ all’italiana di tutti i governi che si sono succeduti in questi anni”.

Assieme ad “Ambiente Venezia”, i No Grandi Navi hanno convocato per il 17 aprile in campo Santa Maria Formosa a Venezia un dibattito cittadino sul futuro delle crociere a Venezia. Non discuteranno solo di navi, ma anche dei progetti su Venezia. “Il recente decreto legge del Governo che estromette per il prossimo futuro il gigantismo navale, sia croceristico che commerciale, dalla Laguna rappresenta una prima vittoria del movimento, ma le soluzioni transitorie annunciate a Porto Marghera sono da rigettare perché grande è il pericolo che le potenti lobbies che hanno devastato la Laguna in questi decenni, le rendano definitive”. Questa la dichiarazione-manifesto che introdurrà l’incontro, i cui temi spazieranno dall’inquinamento al Mose, dai cambiamenti climatici allo spopolamento, dalla decadenza economica della città alla monocultura turistica.

I No-Grandi Navi intanto rendono noto l’esito di una colletta internazionale che avevano lanciato per pagare le multe (circa 28 mila euro) riguardanti una manifestazione del Canale della Giudecca di alcuni anni fa, con l’utilizzo di sette barchini presi a noleggio. “Ci aspettavamo la solidarietà: non ci aspettavamo la magia. In meno di 30 giorni le donazioni che sono arrivate al Comitato hanno raggiunto l’incredibile ammontare di 40.631 euro. Qualsiasi grazie non descrive la gioia e l’emozione per questa marea di solidarietà”. L’eccedenza sarà utilizzata per un fondo spese legali future.

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