Il gol e poi giù in ginocchio con la gioia dipinta sul volto, l’emozione quasi incontenibile. E dire che ormai, il 15 aprile del 1995, 26 anni fa, il campionato era quasi andato per la Fiorentina: in corsa al massimo per un posto in Coppa Uefa. Ma per lui, Marcio Roberto dos Santos, detto semplicemente Marcio Santos quel gol realizzato con un bello stacco da calcio d’angolo, il secondo dei quattro rifilati al Napoli di Vujadin Boskov, ha un sapore speciale. No: non è perché è il primo dei gol di Marcio in Italia, ma perché è il primo, tardivo, dei sette che gli servono per coronare un sogno. Estate ’94: il patron dei viola Vittorio Cecchi Gori ha tutta l’intenzione di farsi perdonare l’onta della retrocessione di due anni prima. Il campionato cadetto era stato una formalità, ma il produttore non ha alcuna intenzione di partecipare soltanto in Serie A, ma primeggiare. Perciò con il Ds Oreste Cinquini decide di fare un mercato ambizioso per mettere a disposizione di Claudio Ranieri una squadra ambiziosa: c’erano già Batigol, Francesco Toldo, Ciccio Baiano, Francesco Di Mauro e vengono acquistati Rui Costa, Sandro Cois, Andrea Sottil e si cerca un big per la difesa, nota dolente dello sciagurato campionato 1992/93.

Cinquini ha in mano un giovane francese del Monaco: si chiama Lilian Thuram, promette benissimo, e per 6 miliardi di lire l’accordo è chiuso, il contratto scritto e le firme devono essere messe il giorno dopo. Ma il presidente Camporal ci ripensa l’indomani: non se ne fa nulla. Bisogna ricominciare da capo, ma senza guardare troppo lontano: sempre in Francia, ma a Bordeaux, gioca un difensore già stabilmente nel giro della Selecao e di cui si parla bene, Marcio Santos. C’è un dettaglio però: il fratello agente di Marcio, Luis, ha già un accordo per portarlo in Inghilterra, al Tottenham. Per dovere mette al corrente Marcio dell’interesse che arriva dall’Italia ma entrambi sono già proiettati a firmare con gli Spurs. In quei mesi, però, il difensore era rimasto, come buona parte del mondo, favorevolmente impressionato da un film: Basic Instinct, naturalmente più per l’avvenenza della protagonista, Sharon Stone, che il valore cinematografico del prodotto. Perciò, quando scopre che il patron della Fiorentina è un produttore cinematografico chiede a Luis di fermarsi: “Parliamoci”. “Ascolti pres: ma è possibile conoscere Sharon Stone, mi fa impazzire?” “Ma certo – fa dal canto suo Cecchi Gori – fammi 7 gol e ti organizzo una cena con lei. Pagata da me, s’intende”. (Qualche anno dopo l’ex presidente chiarirà che i gol dovevano essere 9 e non 7). Al brasiliano in ogni caso sta benissimo: ciao ciao Tottenham, dunque, e per cinque miliardi e mezzo più Sharon Stone (pare che la clausola sia stata addirittura messa a contratto), Marcio va a Firenze con gli inglesi che lanciano accuse di scorrettezza.

Nel mezzo c’è il mondiale americano: lo stopper fa coppia con Aldair, e il Brasile contrariamente alle proprie tradizioni è poco spettacolare ma con loro due becca solo tre gol in tutta la manifestazione, Marcio segna un gran gol ai gironi e si laurea campione del mondo, pur sbagliando il suo rigore nella finale di Pasadena. A Firenze sono convinti di aver preso un campione: e quando arriva, piuttosto frastornato dopo una festa in casa di Romario, Marcio è spavaldo: “Non temo niente, neanche il Milan che ormai è vecchio e senza Van Basten. Il miglior difensore al mondo? Nella squadra ideale del Mondiale la Fifa ha scelto me…fate voi!”. In più un giornalista statunitense fa rimbalzare la voce che dal canto suo Sharon Stone è pronta a incontrare il difensore. Per questo ci si aspetta una stagione coi fiocchi da lui. E invece…

La Fiorentina in attacco va fortissima con Batistuta che dimostra di essere un fuoriclasse assoluto e Baiano che danza, ma la difesa resta un problema. Un problema arginato dalle sue punte, ma che comunque vede la retroguardia viola la terza più bucata del campionato seppur col secondo miglior attacco. Beh Marcio in fin dei conti i gol deve farli, per conquistare Sharon, ma se la celebre immagine di Sharon in tubino bianco è deleteria per le prestazioni difensive del brasiliano neppure le proiezioni offensive danno grossi effetti, anzi, semmai confuso rappresenta spesso un pericolo per Toldo, visto che alla fine si conteranno due suoi autogol. Inutile dire che dopo quello stacco pregevole contro il Napoli non seguirono gli altri sei gol necessari al cavaliere per vincere la giostra e il bacio della dama, ma solo un altro centro, e la bocciatura definitiva del mister e della dirigenza. Sarà venduto all’Ajax, ma neppure ad Amsterdam avrà grande successo complici le incomprensioni con Van Gaal, per poi iniziare la fase calante tra Cina, Brasile e Bolivia. Oltre alla cena, all’epoca Cecchi Gori ipotizzò di renderlo protagonista di Basic Instinct II, ovviamente con Sharon Stone accanto: probabilmente, visto l’esito delle prestazioni del calciatore in viola, ma soprattutto del sequel effettivamente girato nel 2006, non sarebbe stata una cattiva idea.

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