Un thriller all’italiana mancava da un po’. Colma il gap GovernanceIl prezzo del potere di Michael Zampino in streaming su Amazon Prime. Film compresso, dipinto addosso ad una delle oramai proverbiali performance mefitiche e ferine di Massimo Popolizio, attore di rango, spesso a suo agio quando c’è da interpretare personaggi cinici e farabutti. Qui tocca al dottor Renzo Petrucci, direttore generale di una multinazionale del petrolio che trama nell’ombra tra corruzione, spregiudicatezza, minacce e appalti truccati ma che s’incaglia nell’arrivo di una giovane manager francese voluta dai capi in cda che punta alle energie ecosostenibili e che subentrerà al suo posto. Petrucci però non demorde e troverà il modo di togliere letteralmente di mezzo la manager transalpina scalando addirittura la vetta della multinazionale.

Se mettiamo da parte i sottotesti privati del protagonista (il conoscente Michele – Vinicio Marchioni – a cui è stata promessa la gestione di un’area di servizio e che proverà a tacere sulle malefatte di Petrucci; i problemi casalinghi tra moglie e figlia che girano a vuoto), Governance ha la sua peculiarità forte in una regia che privilegia la scoperta graduale del meccanismo di potere tra finanzia, industria e politica. Dialoghi fitti fitti, poche evocazioni espressive simboliche (per dire, sembra all’inizio di vedere Michael Clayton, ma poi non ci sono … cavalli), set rarefatti e ridotti all’osso dentro ad un tunnel di uffici, sale di riunioni, interni che sanno di trappola per incauti agnellini dall’etica intonsa. Zampino, all’opera seconda, conosce bene, come è scritto nelle note per la stampa, l’ambiente dell’industria petrolifera avendo lavorato lì come manager per 15 anni.

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