Polemica vivace a “Otto e mezzo” (La7) tra Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, e Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale. Nodo della discussione: la riapertura degli asili nidi, scuole elementari e prima media, anche in zona rossa dopo Pasqua, così come previsto dal nuovo decreto del governo Draghi, in vigore dal 7 aprile.
Scettico il professor Galli, che ribadisce l’importanza di una vaccinazione massiccia e aggiunge: “Condividerei l’ultimo decreto se non ci fosse stata quell’alzata di ingegno delle riaperture delle scuole, proprio nel momento in cui persino gli irriducibili francesi, che si trovano in una situazione simile alla nostra, decidono di chiudere. Loro chiudono, noi apriamo. Evviva la coerenza, evviva l’attenzione per i problemi. Siamo al continuo tira e molla tra Regioni, questo o quel partito, questa o quella lobby e, in mezzo, le nuove varianti del virus ringraziano“.

Sallusti dissente: “Non è vero che riapriranno le scuole. Riaprire gli asili nido e le scuole elementari significa ridare fiato alle famiglie che non ce la fanno proprio più. Lei può scuotere la testa perché non ha in casa bambini magari di due o di sei anni e deve lavorare in smart working“.
“Sallusti, ma al virus non importa niente di queste cose“, replica Galli.
Si alza la tensione nel dibattito e il giornalista sbotta: “Io non l’ho interrotta. Lei è diventato un maestro di talk show, ma non è che vince chi parla sopra agli altri. Non credo che lei quando è in sala operatoria permetta queste cose”.
“Ma no, per carità – risponde Galli – Tanto ormai noi due siamo diventati ‘la strana coppia’. Ci vediamo in continuazione”.

L’infettivologo ascolta l’intervento di Sallusti, che ribadisce la sua tesi sulla riapertura degli asili nidi e delle scuole elementari, e commenta: “Chiedo scusa, ma al virus non importa proprio nulla di questa cosa. Queste varianti si diffondono con grande facilità anche nei bambini piccoli, che peraltro è molto difficile non tenere in contatto tra di loro. E i bambini finiscono purtroppo per rappresentare un serbatoio. Lo vogliamo capire o no che dei nostri problemi al virus importa poco?”.
Quanti bambini piccoli ricoverati per covid ci sono?“, domanda Sallusti.
“Ma non è questo il punto, Sallusti – ribatte Galli – il bambino piccolo è un veicolo di trasmissione. Dobbiamo mettere prima in sicurezza i settantenni, magari lei compreso o quasi, gli ultrasessantenni, le persone fragili con malattie di vario ordine e grado”.
“Basta non far incontrare i bambini coi nonni”, replica Sallusti.
“Ma quali nonni? – controbatte l’infettivologo – Gran parte dei nonni non sono vaccinati. E guardi che i nonni dei bimbi piccoli hanno 70 anni, non ne hanno 80. Queste riaperture possono farle gli inglesi, che hanno vaccinato oltre il 90% dei settantenni, non noi. Mi dispiace, ma il problema è tecnico e questa è la situazione. E se lo dico in modo concitato, è perché sono preoccupato“.

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Galli a La7: “Diverse segnalazioni di vaccinati reinfettati con variante inglese, sono casi non gravi. Usiamo dosi basate su virus di un anno fa”

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