Capita spesso. È una sorta di giustizia divina o semplicemente il frutto delle proprie azioni. Ci sono persone che non fanno altro che puntare il dito ed ergersi a paladini o elevati. Lo abbiamo visto in tutti i campi, sia in quello politico, sia in quello di tutti i giorni, sia nel giornalismo. Abbiamo visto la nascita dei populisti e dei Grillini a colpi di vaffa e al grido di onestà. Sistematicamente, poi, arriva la conferma: chi si vantava di essere il migliore molto spesso era peggio di chi veniva criticato.

Una regola non scritta ma sublime. Poi esistono quelle categorie che lo fanno anche di professione, ossia usano la morale, la superbia e la presunzione per parlare sistematicamente male degli altri. Potremmo citare vari casi di opinionisti sempre presenti in tv per dire sempre le stesse cose contro il nemico di turno. Ma molte volte è sempre lo stesso. Gesù diceva: chi non ha peccato scagli la prima pietra. Ed ecco, questo semplice insegnamento non viene quasi mai preso in considerazione. Anzi in tv pare essere vero il contrario.

Grandi moralizzatori e grandi accusatori ma piccolissimi dentro. Il grave problema, però, è che queste persone hanno inquinato i pozzi del buon senso e della realtà. Queste persone hanno sdoganato l’odio e la violenza. Questi perbenisti hanno eliminato il confronto sulle idee e sui contenuti. Questi moralizzatori mascherati hanno capito che esiste una buona parte di opinione pubblica molto debole e facilmente influenzabile che può essere utilizzata a proprio vantaggio. Per questo ci sono dei ruoli che dovrebbero essere soggetti a maggior rigore e rispetto. Soprattutto se, poi, vengono pagati dal servizio pubblico, ossia dai nostri soldi.

Magari quel servizio pubblico che viene pagato da tutti grazie ad una riforma voluta dal solito nemico pubblico numero uno di alcuni finti “opinionisti”. Chi passa e forma la sua carriera su certi modi di comunicare, prima o poi, è doveroso verificare ciò che dice e quanto sia credibile. Insomma, il classico predicare bene e razzolare male. Ci sono argomenti seri e argomenti futili. Molte volte i grandi moralisti hanno utilizzato qualsiasi cosa per pretesto e per sparare sentenze.

Io non farò la stessa cosa, ma è giusto riportare almeno senza omissioni i fatti oggettivi e le ultime notizie di questi giorni. Oggi è doveroso parlare di Andrea Scanzi. Sappiamo chi è e sappiamo che è ospite fisso in vari programmi di La7 e di Rai3, principalmente per parlare di politica e società. Bene, a inizio pandemia sappiamo che il buon Scanzi girò un video in cui parlava della pandemia come un semplice raffreddore. Abbiamo poi visto che non era un semplice raffreddore e quello che è successo.

Ecco, immaginiamoci, solo mero paragone, cosa sarebbe successo e cosa avrebbe detto l’ospite fisso Scanzi a La7 e su Rai3 se al posto suo a girare quel video ci fosse stato un politico a lui notoriamente antipatico. Forse ci avrebbe fatto uno spettacolo teatrale dal titolo “la febbre di Scanzi” o chissà cosa altro. E chissà quali frasi e modi avrebbe usato per pubblicizzarlo sulle sue pagine social. Altra regola per chi fa uso e abuso dei social è ricordarsi che ciò che si scrive rimane pubblico e anche se lo cancelli rimane in rete.

Bene, a distanza di un anno una situazione ancora più paradossale. E qui entra in ballo non solo la coerenza ma anche il rispetto per gli altri. Per i profili giuridici, noi da buoni garantisti aspettiamo le sentenze. Ma i fatti sono noti e pubblici per stessa ammissione di Scanzi. Domenica un ottimo servizio di Massimo Giletti ha ricostruito ampiamente la vicenda. Ora immaginiamoci cosa avrebbe detto il predicatore Scanzi se lo avesse fatto qualcun altro. Immaginatevi cosa si sarebbe detto se fosse stato un politico da lui amato. E immaginatevi se le difese del politico cattivo fossero avvenute da dentro un hotel spa a 5 stelle. Il tutto sempre in piena pandemia. Insomma un festival della coerenza.

In tutto questo esiste una morale. Esiste un briciolo di insegnamento che anche Scanzi dovrebbe imparare. A giudicare sempre gli altri si pensa di essere più furbi, più scaltri e più bravi degli altri. Ma poi si perde il lume della ragione e le cadute sono più dolorose. Per tutto questo Scanzi secondo me dovrebbe chiedere con umiltà scusa a tutti.

Pubblichiamo questo intervento perché i blog su ilfattoquotidiano.it sono uno uno spazio libero, non sottoposto a censure. Abbiamo raccontato la vicenda su questo sito e il direttore ha più volte espresso pubblicamente il suo punto di vista. Ma, al contrario di Viola, non pensiamo che un episodio come questo debba spingere il nostro bravo collega Andrea Scanzi a smettere di far sentire la sua voce critica nei confronti del potere. Un potere che, con la scusa di fargli la morale, ora vorrebbe tappargli la bocca.
F.Q.

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