Il decreto Sostegni, con gli aiuti attesi da tempo da esercenti, famiglie e imprese colpiti dalla pandemia, dovrebbe finalmente vedere la luce venerdì in consiglio dei ministri. La maggioranza però non ha ancora trovato la quadra definitiva: il vertice di ieri con il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, infatti, non ha sciolto il nodo delle cartelle esattoriali. Un problema rimasto irrisolto anche nella prima riunione di questa mattina. Le bozze del decreto prevedono lo stralcio di tutte le cartelle fino a 5mila euro risalenti agli anni dal 2000 al 2015. “Siamo di fronte ad un condono mascherato, l’ennesimo condono fiscale a vantaggio degli evasori“, commenta il senatore M5s Primo Di Nicola. La misura, sponsorizzata in particolare dal leghista Claudio Durigon, è stata contestata in particolare da LeU e sindacati, che hanno parlato a loro volta di “condoni fiscali mascherati”. Ma la viceministra all’Economia M5s Laura Castelli è a favore.

Per Di Nicola si tratta di “una misura inaccettabile, in un paese che nell’ultimo anno ha registrato un’evasione pari a oltre 107 miliardi di euro”. Condonare, scrive in un post su Facebook, “significa lanciare un messaggio devastante ai cittadini, significa premiare l’infedeltà fiscale. Per il governo Draghi sarebbe davvero un pessimo inizio“. “Ebbene – conclude poi Di Nicola – in Senato non avranno il mio voto“. Di “condono mascherato” ha parlato anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, mentre la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris ha dichiarato: “Sarebbe sbagliato e ingiusto approfittare della necessità indiscutibile di intervenire sulle cartelle esattoriali inesigibili per varare l’ennesimo condono”. E per il deputato Pd Walter Verini “dobbiamo trovare il modo di intervenire senza premiare i furbetti perché sennò rischieremmo di dare il messaggio che è meglio non fare il proprio dovere. Detto questo se qualcuno che ha evaso tremila euro, ha una cartella fino a cinquemila euro è giusto venirgli incontro ma premiando chi fa il suo dovere”.

Sul nodo che ora divide la maggioranza, emergono i primi malumori all’interno del M5s e anche del Pd. Esponenti dei due partiti chiedono che la pulizia del magazzino fiscale riguardi solo i crediti inesigibili: “Aiutare i cittadini onesti in difficoltà economiche è sacrosanto. Strizzare invece l’occhio ai furbetti del fisco, dando loro la possibilità di mettersi a posto dopo essersi rifiutati di pagare per mero calcolo, è irricevibile“, ha detto il senatore M5s, Gianluca Castaldi. Che poi ha aggiunto: “Tombare le magagne tributarie dei furbi, come alcuni partiti vorrebbero, è semplicemente empio e vedrà sempre il M5s contrario”. Ma evidentemente non tutti la vedono così: Giovanni Currò e Vita Martinciglio, vicepresidente e capogruppo M5S della commissione Finanze, in una nota scrivono che “uno stralcio delle cartelle esattoriali accumulate in passato, dal 2000 al 2015, è assolutamente necessario, almeno fino alla soglia di 5mila euro. Allo stralcio andrebbe affiancata una norma di sistema che consenta d’ora in avanti di eliminare automaticamente le cartelle divenute inesigibili, così che il problema dell’accumulo delle cartelle non si ripresenti a stretto giro. Lo stralcio è decisivo da un lato per sostenere, nel mezzo di una grave crisi economica, chi per varie ragioni non è stato in grado di pagare debiti passati di importo molto ridotto, e dall’altro per consentire ad Agenzia delle Entrate di lavorare con maggiore efficienza e concentrare le risorse umane e tecniche sulle pendenze di importo maggiore”.

“L’ipotesi di intervenire sul magazzino fiscale per le cartelle fino a 5mila euro, avanzata anche dal direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, ci trova d’accordo. E’ però opportuno che la strada da seguire non vada a favorire i soliti furbetti”, hanno dichiarato i democratici Gian Mario Fragomeli, capogruppo in commissione Finanze, e Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio.

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