Raccontano due versioni opposte Pierluigi Barbieri e Claudio Nanni, i due uomini arrestati per la morte di Ilenia Fabbri a Faenza avvenuto il 6 febbraio scorso. Barbieri, alias ‘lo Zingaro’, ha confessato davanti al gip Corrado Schiaretti e alla pm Angela Scorza di essere l’esecutore materiale dell’omicidio. E di averlo fatto perché in cambio gli erano stati promessi 20mila euro e un’automobile. L’ex marito della donna, invece, accusato dalla procura di essere il mandante, ha negato praticamente tutto. Sostiene di aver incaricato l’amico solo di “far paura” all’ex moglie, che continuava a chiedergli soldi. Nanni ha precisato inoltre di aver dato a Barbieri circa 2mila euro per assolvere al suo compito. I due, stando a quanto emerso finora dalle indagini, si conoscevano da tempo e condividevano la passione per le moto.

Gli inquirenti ritengono che l’omicidio di Fabbri, avvenuto nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, nel Ravennate, è riconducibile al “profondo astio” che l’ex marito provava nei confronti della donna “a causa delle sue pretese economiche”, compresa la casa dove si è consumato il delitto. I conflitti si sarebbero acuiti dopo la separazione del 2018 e tra i due era in corso un contezioso civile. La 46enne aveva anche aperto una causa di lavoro contro l’ex marito richiedendo anche mancati compensi per 100mila euro per una collaborazione nella ditta di famiglia dell’uomo e per la cessione di una gelateria in un centro commerciale faentino. Sul punto, una persona di fiducia della vittima ha raccontato agli investigatori che poco prima dell’ultimo Natale, la 46enne le aveva confidato di avere paura perché si sentiva minacciata e di volere per questo fare testamento a favore della figlia Arianna.

L’inchiesta di procura e polizia, che ha portato agli arresti dell’ex marito e di Barbieri, ha permesso di acquisire “gravi elementi indiziari” nei loro confronti. L’ipotesi degli investigatori è che il killer abbia sorpreso Fabbri nel sonno. Stando alla ricostruzione, sarebbe entrato in azione dopo che la figlia era uscita di casa per andare a Milano insieme al padre per ritirare un’automobile acquistata poco tempo prima. Nell’appartamento di via Corbara era però rimasta la fidanzata della ragazza, testimone del delitto e capace di fornire l’identikit dell’assassino. “Prima o poi mando qualcuno a farle la festa”, così diceva Nanni, secondo un testimone. Secondo un’altra testimonianza raccolta dagli investigatori, invece, Nanni “chiese se conoscevo qualcuno che potesse fare del male a sua moglie”.

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