Cinema

Festival di Berlino 2021, La veduta luminosa saggio poetico sul tempo della vita

L'opera del cineasta Fabrizio Ferraro è stata selezionato al Forum della Berlinale

di Anna Maria Pasetti

“E noi siamo così piccoli ad aspettare un istante di bagliore”. Tra i “boschi sacri” cari al poeta romantico tedesco Friedrich Hölderlin, altrimenti firmatosi Scardanelli, si consuma un viaggio fuori dal tempo e dentro le visioni: quello del cineasta Fabrizio Ferraro, selezionato al Forum del 71° Festival Internazionale del Film di Berlino con il suo La veduta luminosa.

Opera meditativa e “naturalmente” lirica, il nuovo lavoro dell’artista visivo – da sempre voce off dai circuiti tradizionali e per questo ospite gradito delle sezioni sperimentali dei principali festival internazionali – mette in campo due personaggi diretti verso la foresta presso Tubinga alla ricerca dello spirito del grande poeta. Un regista – il signor Emmer interpretato da Alessandro Carlini – e un’assistente di un produttore “assente” – Caterina interpretata da Catarina Wallenstein – s’incontrano ma monologano in lingue diverse, perché l’uno segue il linguaggio immaginifico dell’anima, l’altra si esprime con le parole della ragione.

“Una storia molto semplice, un incontro (d’amore) semplice tra qualcuno che ha fallito perché sopraffatto dall’impossibilità di controllare le immagini con le parole, e qualcuno che tenta di programmare la magia del visibile con un lavoro di organizzazione” spiega il regista romano rispetto a queste due ombre di umanità “opposte”, perché portatrici delle due istanze (immagini e parole) del segno linguistico audiovisivo che mai potranno risuonare all’unisono, benché talvolta molto vicine. Dallo zoo quale “luogo di preservazione della specie” altrimenti destinata a sparire, al viaggio in auto nei grigiori stradali che preludono all’immersione nel verde boschivo dove inizieranno a camminare senza sosta, notte e giorno, giorno e notte, colti da una stanchezza sintomo della finitezza della lingua, sede del “fraintendimento”, dice Emmer evocando tra le righe anche Wittgenstein.

Saggio poetico, La veduta luminosa è un film sul Tempo della vita (più volte citato sul finale) che in apparenza non trascorre, per offrirci l’illusione di eternità, quella tensione (Streben) romantica che ci tiene sospesi nei non-luoghi dell’anima fino a quando il nostro limite umano se ne accorge, inciampando nella caducità biologica, nella sofferenza della Natura. Dopo la partecipazione alla Berlinale quest’anno necessariamente online, il pubblico potrà immergersi ne La veduta luminosa nella notte del 6 marzo, ore 00:15, del Fuori Orario – Cose (mai) viste di Rai Tre.

Festival di Berlino 2021, La veduta luminosa saggio poetico sul tempo della vita
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