Il nuovo ministro dell’Istruzione è Patrizio Bianchi, 69 anni, economista, professore universitario, ex rettore dell’Università degli Studi di Ferrara, ex assessore alla Scuola in Emila Romagna in quota Pd e coordinatore della task force nominata da Lucia Azzolina. Il suo nome girava da giorni. Lui stesso ha detto a chi gli è vicino che avrebbe conquistato la poltrona di viale Trastevere. D’altro canto Bianchi non ha mai nascosto la sua ambizione per quel ruolo: già l’estate scorsa in un’intervista al Corriere della Sera aveva ammesso che gli sarebbe piaciuto sostituire la siciliana dei Cinque Stelle.

Laureato in Scienze politiche con lode all’Università di Bologna ha perfezionato i suoi studi alla London School of Economics. In questo periodo ha operato presso la Price Commission britannica, seguendo un’inchiesta sul controllo dei prezzi. L’ex coordinatore della task force ministeriale ha una lunga carriera accademica alle spalle: dopo essere stato ricercatore presso la facoltà di Economia dell’Università di Trento, nel 1986 ha vinto la cattedra di professore associato a Bologna e nel 1994 è diventato ordinario di Politica economica al dipartimento di Scienze economiche. È direttore scientifico dell’Ifab – Fondazione Internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano.

Nel 1997 è approdato all’Università di Ferrara dove è diventato rettore per sei anni. Vasco Errani e Stefano Bonaccini l’hanno chiamato a guidare l’assessorato all’Istruzione della sua regione. Amico di Romano Prodi e di Alberto Quadrio Curzio, nel 2010 è stato nominato commendatore della Repubblica richiamando nella motivazione “la sua gestione innovativa dell’Università di Ferrara, la valorizzazione ed utilizzazione della attività di ricerca ed in particolare l’azione pioneristica di promozione di spin off da ricerca”.

Bianchi non è solo un tecnico ma un personaggio da tempo vicino alla politica. Nel 1997 è stato nominato nel consiglio di amministrazione dell’Iri; dall’inizio del 1999 all’inizio del 2000 è stato presidente di Sviluppo Italia (oggi Invitalia), l’agenzia di sviluppo nazionale, quindi nel 2008 è stato nel nucleo di valutazione del ministero dei Trasporti e per conto del governo italiano, nel 2012, h aperto una scuola di istruzione tecnica e professionale a Fajhum in Egitto.

Il nuovo ministro dell’Istruzione è diventato noto a tutti quando è stato nominato a coordinare la task force del ministero dell’Istruzione: uno “sposalizio” con Lucia Azzolina durato ben poco tant’è che l’inquilina di viale Trastevere ai più vicini ha confidato che quel nome era stata un’imposizione dell’alleato di governo. Sta di fatto che il lavoro fatto da Bianchi e dal suo gruppo non è mai stato reso noto. Bianchi, tuttavia, ha deciso di dire la sua con un libro (l’ultimo scritto dal nuovo ministro) pubblicato da Il Mulino dal titolo Nello specchio della scuola: tra le sue riflessioni, la considerazione che sia “ormai indifferibile avviare una vera fase costituente per la scuola”, “una nuova stagione in cui essa torni a essere, o meglio divenga, il motore di una crescita di un Paese che da troppo tempo è bloccato”.

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