L’ultimo giorno di consultazioni è quello dei gruppi più grandi. Ed è pure quello decisivo. Dopo due giorni al Quirinale non si è materializzata nè una maggioranza nè un nome. Certo c’è quello di Giuseppe Conte, fatto dal Pd, da Leu, dagli Europeisti e poi ovviamente dal M5s. Ma ci sono pure le condizioni d’Italia viva, anche se pare che nel colloquio col Colle siano state manifestate in modo meno perentorio rispetto a quanto fatto filtrare alle agenzie. Ma andiamo con ordine.

Italia ambigua – Il terzo giorno di consultazioni comincerà nel pomeriggio, visto che in mattinata è prevista l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Scontato il no a Conte ter da parte del centrodestra, atteso in delegazione unitaria, anche se bisognerà capire se davvero Forza Italia alla fine manifesterà un atteggiamento identico rispetto a quello della Lega e soprattutto di Fratelli d’Italia. Sulla carta, comunque, fino a questo momento l’opposizione chiede o un governo di centrodestra (che non avrebbe i numeri) o il ritorno alla urne. Diventa quindi fondamentale il colloquio tra il presidente Sergio Mattarella e il Movimento 5 stelle. Ieri Matteo Renzi ha tenuto un vero e proprio comizio con i giornalisti al Colle, senza spiegare quanto aveva comunicato al capo dello Stato. Lo ha fatto poco dopo con una velina: Italia viva è contraria a dare subito un nuovo incarico a Conte. Un atteggiamento ambiguo quello del piccolo partito di Renzi, che ha chiesto un mandato esplorativo a una personalità diversa dal premier per verificare le possibilità di ricomposizione della coalizione Pd-M5e-Leu con Italia viva. E un mandato esplorativo, è la posizione dei renziani, non può essere certo affidato al presidente del consiglio dimissionario.

Le opzioni del Colle – A questo punto Mattarella dovrà capire la posizione dei 5 stelle, che chiederanno ovviamente il reincarico per Conte. Dopo le parole di Renzi il primo partito in Parlamento porrà un aut aut tipo “mai più con Italia Viva” ? O invece nonostante tutto i 5 stelle non chiuderanno a priori la porta ai renziani? Nel caso di questa seconda ipotesi Mattarella avrebbe due opzioni: assegnare un nuovo incarico a Conte – nonostante il veto d’Italia viva, è l’unico nome sul tavolo che gode del sostegno di Pd, M5s, Leu ed Europeisti– per vedere se il premier uscente riesce davvero ad allargare la sua maggioranza. In subordine c’è quello che ha chiesto Renzi: un incarico esplorativo per il quale in pole c’è il presidente della Camera Roberto Fico, grillino di rito progressista.

Fico esploratore – I tempi, certamente, si allungherebbero ma è un tentativo obbligato se si vuole davvero battere la strada del ritorno d’Italia viva in maggioranza. Solo a quel punto potrebbe essere riconferito a Conte l’incarico di formare un nuovo governo. Nel frattempo, ovviamente, bisognerà capire se Renzi riuscirà a mantenere compatti i suoi gruppi parlamentari: eletti nel Pd, in tanti non vedono di buon occhio una crisi tirata per le lunghe, che danneggia il Paese in una fase fondamentale. “Penso che Renzi sia stato astuto ad assumere una posizione di astensione prima e di vaghezza poi sul reincarico a Conte perché tiene insieme posizioni molto diverse all’interno del proprio gruppo. Aver mantenuto questa ambiguità ha garantito anche l’unità di Italia Viva”, ha riflettuto ieri sera il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. Sul tavolo, dunque, c’è anche l’ombra di una terza via: una maggioranza che si manifesta senza Renzi ma col supporto dei renziani in fuga da Italia viva.

Un nuovo giro e il ritorno al voto – Sono ovviamente tutte ipotesi. Non è neanche escluso che i 5 stelle, dopo le parole di Renzi, chiudano nettamente a Italia viva. In questo caso il presidente della Repubblica dovrebbe concedere un altro po’ di tempo, almeno il fine settimana, prima di convocare un altro giro di consultazioni. La situazione è delicata, l’emergenza coronavirus non accenna a placare i suoi effetti e lo stesso Mattarella ha chiesto più volte di fare presto. Il capo dello Stato, però, sa che non si può rischiare di mandare il Paese al voto senza aver fatto decantare la situazione. Nel caso la situazione non si sbloccasse neanche col secondo giro di incontri, alla fine, il capo dello Stato sarebbe comunque obbligato a sciogliere le Camere. Lo spettro del voto anticipato alla fine si paleserebbe, ma probabilmente solo dopo aver formato un governo di scopo che salvaguardi il Recovery plan. E il “governo del presidente” chiesto in subordine da Italia viva: per i renziani dovrebbe durare almeno fino a dopo l’elezione del capo dello Stato. Per il capo dello Stato avrebbe come obiettivo massimo quello di traghettare il Paese alle urne in primavera. È l’ipotesi più estrema, ma è il caso di non scartarla a priori.

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Governo, Orlando a La7: “Renzi ambiguo su reincarico a Conte, così ha consentito compattezza in Italia Viva”

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