Prima il comizio al Colle contro il governo di cui il suo partito, fino a poco prima, faceva parte. Poi il veto sul mandato esplorativo a Giuseppe Conte fatto trapelare alle agenzie di stampa dopo che per quasi un’ora, davanti alle telecamere, aveva assicurato di “non aver fatto il nome del presidente del Consiglio”. Matteo Renzi, al termine delle consultazioni con Sergio Mattarella, ha esordito negando che ci sia un problema “personale” e, davanti alle telecamere, ha rivelato la telefonata del presidente del Consiglio come se fosse un segnale di distensione nei rapporti. Poi, neanche dieci minuti dopo aver lasciato l’incontro con il capo dello Stato, ha affidato la notizia di come è andato effettivamente l’incontro a una velina per i giornalisti: Italia viva è contraria a un mandato esplorativo subito per Conte e prima chiede “un mandato esplorativo a un’altra personalità” per verificare “se M5s e Pd vogliono ancora una maggioranza con Iv”. Se non è una vera chiusura al ritorno al tavolo, fanno notare fonti della maggioranza, di sicuro non facilita il dialogo. Cosa significa in concreto? Allungare i tempi e tendere ancora di più i rapporti con gli ex alleati. Il primo segnale di malumore lo ha manifestato Nicola Zingaretti: il leader Pd ha incontrato Mattarella dopo Renzi e davanti ai giornalisti non ha fatto niente per nascondere il nervosismo. “Una crisi irresponsabile”, si è limitato dire senza neanche fermarsi per le domande.

Le veline di Italia viva alla fine dell’incontro con Mattarella – Nonostante quanto detto finora, il veto su Conte per Renzi c’è eccome. L’ex premier chiede un riconoscimento e una legittimazione politica prima di tornare a sedere con gli ex alleati. Non si accontenta di ritrattare su ministeri e temi, ma vuole aggiungere un ulteriore passaggio in una già complicata crisi che ha fatto scappiare nel mezzo della pandemia. Quindi, come è trapelato dalle veline di Italia viva, il partito per tornare nella maggioranza chiede “prima un mandato esplorativo a un’altra personalità”. Solo così, dicono, possono capire se Pd, M5s e Leu li vogliono al tavolo.

E, solo successivamente, tutte le soluzioni sarebbero aperte senza preclusioni sui nomi. Sempre le fonti di Italia viva poi, hanno precisato: “Noi non siamo ancora disponibili all’incarico a Conte. Prima di tutto c’è da chiarire politicamente se c’è la maggioranza. Nel caso non ci sia a noi va bene un governo del presidente”. Ma nonostante tutte queste resistenze, Matteo Renzi, dicono sempre le veline, nella telefonata con Conte, gli avrebbe spiegato di “non avere problemi personali ma enormi questioni politiche con lui“.

Nell’incontro con Mattarella inoltre, Italia viva avrebbe anche detto che nel caso non ci sia” una maggioranza politica a loro “va bene un governo del presidente”. Il governo del presidente è una delle soluzioni a cui punta Matteo Renzi, anche se il capo dello Stato ha più volte fatto sapere che quella soluzione non sarebbe fatta per durare fino alla fine della legislatura, ma solo per accompagnare il Paese alle urne anticipate. E proprio Renzi, anche oggi, ha ribadito che le elezioni per loro sono lo scenario da scongiurare a tutti i costi.

Il comizio di Renzi al Colle – L’ex premier, al termine dell’incontro con Mattarella, si è presentato insieme alla delegazione di Italia viva (Boschi, Bellanova e Faraone) davanti alla stampa radunata nel salone delle Feste del Quirinale. E qui ha tenuto un vero e proprio comizio. Ha esordito attaccando la maggioranza e il governo Conte 2: dalla gestione della pandemia al Recovery plan. Un intervento, anche a tratti irrituale, che ha ribadito molti dei punti sui quali Renzi aveva già deciso di far cadere l’esecutivo. Poi ha presentato la posizione di Italia viva, senza mai dire che, davanti a Mattarella, ha messo il veto sul mandato esplorativo direttamente a Conte. Tanto che, a domanda diretta, ha replicato: “Credo che dobbiamo adeguarci all’adagio latino ‘Nomina sunt consequentia rerum’, i nomi sono conseguenti alle cose”. E, ha precisato: “Noi non abbiamo fatto il nome del presidente Conte, perché riteniamo che siamo in una fase precedente. Dobbiamo capire se le idee di Italia viva servono o non servono? Abbiamo subito 15 giorni di fango, ma non abbiamo risposto con il fango. Se si parla di contenuti si arriverà anche ai nomi. Se vogliono stare con noi non servono hashtag ma temi, poi verrà il tempo di discutere di premier, ministri e sottosegretario”.

Il punto centrale dell’intervento di Renzi è stato che l’obiettivo principale è evitare le elezioni anticipate. “Andare ad elezioni sarebbe un errore per l’Italia, rischiamo di perdere l’appuntamento con il Recovery”, ha detto. “Occorre un governo presto e abbiamo dato disponibilità al presidente per individuare le soluzioni più opportune, preferiamo un governo politico che istituzionale ma siamo disponibili anche a un governo istituzionale”. Quindi l’ex premier ha difeso i motivi dello strappo e cercato di scaricare la responsabilità sugli ex alleati: “Abbiamo sentito ‘mai più con Iv’, ‘non più con Iv’, poi ‘Iv è irresponsabile e inaffidabile’. Noi pensiamo sia inaffidabile chi non vuole affrontare adesso la questione dei prossimi anni. Non siamo né inaffidabili né irresponsabili, ma molto chiari e diretti: abbiamo sentito parole su di noi al limite dell’insulto. Vogliamo sapere dalle altre forze se ritengono Iv parte o non parte della maggioranza. Rimettiamo la valutazione a chi in queste settimane ha messo veti su noi”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Renzi ha anche parlato del Mes, da sempre una condizione imprescindibile per i renziani, ma sulla quale oggi è sembrato voler mediare: “Italia viva è a favore del Mes, e ci sembra strano che un governo che dovrebbe essere europeista tema le condizioni europee sul Mes”, ha detto. Ma a domanda se l’utilizzo del Fondo è una conditio sine qua non, ha risposto: “Noi abbiamo posto tanti argomenti. Sono nero su bianco in una lettera alla quale il presidente del Consiglio non ha mai dato risposta. Non è prendere o lasciare, ma vogliamo discutere“. Una formula ben diversa da quella usata nelle ultime settimane.

Renzi è poi tornato a criticare l’operazione costruttori e la nascita del gruppo Europeisti, anche se di fatto ha detto di non “avere pregiudizi” sull’allargamento: “Oggi non si tratta di allargare la maggioranza ma verificare se c’è una maggioranza: se vi fosse stata una maggioranza, non saremmo stati qui ma al Senato per votare la fiducia a Bonafede. Almeno sulla giustizia, non c’era più una maggioranza. Noi consideriamo uno scandalo aver tentato di bypassare i problemi che abbiamo posto e che sono il nostro unico interesse. La risposta ci è sembrata non all’altezza nel momento in cui si è cercato di formare un gruppo addirittura ricorrendo a prestiti. Non abbiamo pregiudizi verso nessuno e siamo pronti a discutere con tutti se l’orizzonte è l’europeismo. Siamo contenti se questa maggioranza si allarga, ma in questo momento una maggioranza non c’è”. Nel merito della ricerca di costruttori, Renzi ha però ribadito che “la caccia al singolo parlamentare è indecorosa“. E ha chiuso: “Chiediamo di fare presto. Siamo pronti a impegnarci se è una maggioranza e se politica, no se raccogliticcia e se populista. Attendiamo di capire nelle prossime ore se la valutazione è voler coinvolgere Iv e nel caso discutere delle idee”.

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