Nei giorni della crisi di governo, mentre la pandemia continua a stravolgere vite, si assiste a un calo generalizzato della fiducia nei leader politici da parte dei cittadini. L’Osservatorio politico nazionale realizzato da Ixè segnala però che il presidente del Consiglio dimissionario, Giuseppe Conte, resta il più gradito con 52 punti, seguito dal governatore del Veneto Luca Zaia (46) che però non è coinvolto nelle vicende romane. Crolla invece Matteo Renzi, fanalino di coda con 10 punti (3 in meno rispetto a novembre scorso). La fiducia in Conte si riflette anche sul governo, che conserva ancora 53 punti. Tradotto nelle preferenze degli intervistati, il 45% è a favore di un Conte Ter con maggioranza allargata mentre solo uno su quattro chiede di andare al voto.

Il 53% degli intervistati, al netto di chi ha risposto “non saprei”, ha abbastanza o molta fiducia nel governo Conte. Di conseguenza la maggioranza relativa del Paese, secondo il sondaggio di Ixè, vorrebbe ancora Conte a Palazzo Chigi. Solo l’11% vorrebbe una maggioranza guidata da Pd e 5 stelle ma con un nuovo presidente del Consiglio. Ancora più bassa, al 7%, la quota di chi vorrebbe un governo a trazione centrodestra. La maggior parte degli elettori di quell’area politica, d’altronde, preferisce il ritorno alle urne, che tuttavia in totale viene auspicato solo dal 26% degli intervistati.

Resta elevata la fiducia nel presidente uscente. Conte perde 2 punti rispetto a novembre scorso, ma resta sopra quota 50. Nel centrodestra, dopo Zaia c’è Giorgia Meloni a 35 punti. La leader di Fratelli d’Italia ispira più fiducia del segretario della Lega, Matteo Salvini, che scende a 31 punti. Calano anche gli altri leader politici: da Zingaretti a Berlusconi e Di Maio. Nessuno però è ai livelli di Renzi: il leader di Italia Viva cala ancora ed è a 10 punti.

Un dato che si riflette nelle intenzioni di voto: in poco più di un mese, stando sempre alla rivelazione Ixè, Italia Viva ha perso ancora consenso ed è al 2,1%. In testa resta sempre la Lega, stabile al 23,2%. Dietro, il Partito democratico arretrata al 20,6 dal 21,9%. Restano fermi tra il 15 e il 16% invece FdI e M5s, mentre tra chi recupera c’è Forza Italia, ora all’8,8%, e anche Azione di Carlo Calenda che si avvicina alla soglia del 4 per cento.

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