Cultura

Lo Scaffale dei libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti dalle Hawaii a Venezia, passando per Marbella

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

Cambieremo prima dell'alba - 2/3

C’è sempre una sommessa inquietudine di fondo che ti pervade quando apri un libro di Clara Sanchez. La sua scrittura asciutta ma al contempo poetica fa sì che il malessere e il turbamento che caratterizza praticamente tutti i protagonisti dei suoi romanzi si trasferisca per osmosi nel lettore, lasciandogli una sensazione di disagio ma anche di compassione (nel senso più letterale del termine) nei confronti del personaggio di cui ci si accinge a condividere il vissuto. È quello che succede anche con il suo ultimo lavoro, Cambieremo prima dell’alba (Garzanti), una casa degli specchi che intrappola in un racconto a tratti claustrofobico due donne, identiche come gocce d’acqua ma distanti come galassie. E, sullo sfondo, è onnipresente nella sua assenza una terza donna. Le loro vite finiscono una dentro l’altra come matrioske, si intrecciano, si scambiano e si riprendono, mescolando culture e drammi personali. C’è Sonia, reduce da una depressione causata dalla prematura quanta improvvisa morte del padre, che prova a riprendere le redini della sua vita lanciandosi in una nuova avventura lavorativa, fare la cameriera in uno dei più lussuosi ed esclusivi hotel della costa spagnola. In questo, prende in prestito la vita della sua amica Karen (l’onnipresente assenza di tutto il romanzo): va a vivere nella sua casa, usa la sua macchina e la sostituisce come cameriera al Marbella Beach Club. E poi c’è Amina, principessa saudita, seconda moglie del re Fadel, imprigionata in un palazzo reale e disposta a tutto pur di cambiare vita, inseguendo quelle pulsioni che la lettura proibita di Nove settimane e mezzo le risveglia. Sonia lavora per coprire i debiti della madre, Amina vive in una reggia con fontane d’oro massiccio: due vita agli antipodi, eppure sono uguali. Sì, allo specchio sono due gocce d’acqua. Così, l’astuta principessa araba, aiutata dalla sua fedele governante, escogita un piano tanto diabolico quanto geniale: scambiarsi le vite. Per ventiquattro ore. Sonia è attratta dalla sua ricchezza e dalla sua opulenza ma quando si trova nei suoi panni capisce che tutto quell’oro, quei diamanti, quel lusso, non sono altro che le sbarre di una prigione. E va nel panico. Precipita di nuovo nell’abisso della depressione da cui era riuscita a risalire la china. Soprattutto quando realizza che Amina non tornerà più. Le ore che trascorre nei panni dell’altra sono drammatiche, descritte dalla Sanchez con un certo sadismo, usando parole e immagini che si conficcano nella mente del lettore, facendogli provare sulla sua pelle la stessa sensazione provata da Sonia. Si è a metà del libro: ogni speranza sembra persa, viene quasi voglia di mollare la lettura, perché continuare ad auto-infliggersi questo strazio, si chiede il lettore. Perché poi cambia tutto. Sonia si riscuote, fugge e corre a tentare di riprendersi la sua vita. Con quella sua capacità introspettiva nel cuore dei personaggi, Sanchez narra una storia più reale di quanto possa apparire, mettendo al centro la donna, l’amore e soprattutto la libertà, trasmettendo la consapevolezza che tutti noi abbiamo di un bisogno profondo nel vivere qui e ora, come Sonia e Amina, unite dal desiderio profondo di esistere senza passato e senza futuro. La premiata scrittrice spagnola, autrice tra gli altri del bestseller Il profumo delle foglie di limone, scava ancora una volta negli angoli più reconditi dell’animo umano, consegnando al lettore una storia che inizia a rilento, si piega su sé stessa, e poi si legge tutta d’un fiato, con un finale mai scontato. Voto: (Clara Sanchez non delude mai) 7,5

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