“Con tutto quello che sta venendo fuori, mi chiedo se quella sera non sarebbe stato meglio tornare a casa in silenzio. Ma ho denunciato perché è quello che bisognava fare, anche per le altre donne che si trovano nella mia condizione”, dice la modella 18enne vittima di violenza sessuale che ha accusato l’imprenditore Alberto Genovese. Proprio per la sua denuncia, alla quale poi se ne sono aggiunte altre, per un totale di sei, Genovese è in carcere dal 6 novembre con l’accusa di aver stordito con un mix di droga e stuprato la giovane durante una festa nel suo attico a Milano. A riportare le parole della ragazza è il Corriere della Sera. Su di lei, dice, è stato detto di tutto per screditarla: chi la accusa di essere una escort, di essersi inventata tutto, di aver estorto dei soldi anche ad altri uomini in passato. A suo parere, però, tutti quelli che la accusano si dimenticano delle oltre 20 ore di video che dettaglierebbero lo stupro, registrate dalle telecamere di sicurezza del circuito interno di ‘Terrazza Sentimento’, l’attico vista Duomo di Genovese, su cui si basa la ricostruzione dell’accusa.

La psicologa che da dopo la denuncia sta aiutando la 18enne a gestire il trauma le ha consigliato di tenersi lontana da tutto quello che può risvegliare ricordi dolorosi. Ma ogni volta che viene pubblicato un dettaglio ancora inedito sulla storia, i suoi amici la informano sui social. A Non è l’Arena su La7 Daniele Leali, l’organizzatore delle feste di Genovese indagato per spaccio di droga, ha riferito di una testimone che dice che la ragazza si prostituiva. “Non è vero, non sono mai stata una escort – dice la 18enne nello studio del suo avvocato, Luigi Liguori, che ha preso in carico il suo caso dopo la rinuncia dei difensori precedenti – Non è giusto che tutti parlino di me raccontando cose false, è pericoloso”. Un’altra ospite televisiva di Non è l’Arena, Giulia Napolitano, ha affermato che nell’estate 2018, quando la modella aveva 16 anni, “si spacciava per maggiorenne in una festa in Sardegna”, dopo la quale “si è appartata” con un uomo. “Non la conosco – dice la ragazza – Quell’estate ero in Croazia con i miei genitori, è tutto documentato dalle foto”. L’avvocato Liguori ha dichiarato di aver querelato per diffamazione tutti.

Nel suo interrogatorio, Genovese ha raccontato alle pm Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro, durato 5 ore e mezza, di aver avuto rapporti consensuali con la ragazza durante i quali entrambi hanno consumato droga. Secondo il racconto dell’imprenditore, la 18enne ha proposto a Genovese di darle 3mila euro “per fare tutto quello che volevo”. Ma poi avrebbe iniziato a temere che la ragazza fosse minorenne. Per questo avrebbe bruciato i soldi e mandato la ragazza via da casa: secondo l’imprenditore la giovane lo ha denunciato come “punizione” per non aver pagato. La ragazza invece replica: “Non volevo stare con lui, io e la mia amica volevamo andare via da subito. Lui ci stava addosso, era insistente. Poi mi ha drogata e io mi sono ritrovata in camera”. Da quella stanza, controllata per tutto il tempo da un bodyguard che impediva l’accesso anche all’amica che la cercava, la 18enne esce soltanto il giorno dopo, quando scappa in strada, semi svestita e senza una scarpa, e ferma una volante. Era dolorante e con segni sul corpo: al centro per le violenze sessuali della Clinica Mangiagalli le hanno dato 25 giorni di prognosi. “Se avessi voluto soldi, non sarei andata via lasciando lì tutto, vestiti compresi, e non avrei fermato la Polizia per strada”, dice la 18enne.

Gli investigatori della Squadra mobile stanno analizzando da settimane le registrazioni delle telecamere interne, anche perché si sospettano che possano documentare diverse violenze, anche a fronte delle nuove denunce scattate nei confronti dell’imprenditore. In corso ci sono indagini anche sul fronte patrimoniale e finanziario di Genovese, per verificare eventuali profili di violazioni fiscali e di presunto riciclaggio, accertamenti collegati a quelli sul giro di droga per le feste. Nell’inchiesta sono indagati anche l’ex fidanzata di Genovese, per concorso nella violenza a Ibiza denunciata da una 23enne, e il suo cosiddetto ‘braccio destro’ Daniele Leali per cessione di cocaina.

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