Dopo i ritardi organizzativi dei primi giorni, la somministrazione del farmaco anti-Covid in Italia sembra procedere a ritmo spedito. I dati definitivi delle iniezioni fatte martedì 5 gennaio sono di 259.481 iniezioni eseguite in Italia, il 54,1% rispetto alle 479.700 dosi consegnate per la prima tranche di vaccini Pfizer destinati all’Italia. Le Regioni con le percentuali più alte sono il Lazio, la Toscana e il Veneto tutte abbondantemente sopra il 70 per cento. In fondo alla classifica ci sono Lombardia (poco sopra il 20), Valle d’Aosta (poco sotto), Sardegna (intorno al 10) e la Calabria (sotto al 10). Il commissario all’Emergenza Domenico Arcuri aveva anticipato al Tg1 che la giornata si sarebbe potuta chiudere con un totale di “235mila italiani vaccinati“, ma la previsione era abbondantemente per difetto.

Ciò significa che nel giro di 24 ore sono state somministrate 80.542 dosi, una cifra che supera il target di 65mila al giorno considerato necessario per consumare tutte le fiale disponibili al momento nel nostro Paese. Anche lunedì 4 gennaio si è raggiunto il tetto delle 60mila, tanto che fonti di Palazzo Chigi hanno sottolineato “il record nell’ambito dell’Unione europea“. Anche la Germania nel suo giorno migliore, il 30 dicembre, si era fermata a 54mila dosi in 24 ore. L’Italia è seconda in Ue per numero di vaccinazioni, alle spalle di Berlino “che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore“. “La macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo“, spiegano ancora da Palazzo Chigi. L’Italia al momento riceve ogni settimana circa 470mila dosi del farmaco Pfizer-BioNTech: dopo le prime 9.750, altre 469.950 sono state consegnate fra il 30 dicembre e il primo gennaio.

Il nuovo carico era atteso dal Belgio in giornata, ma Arcuri ha spiegato che una parte non verrà recapitata e sarà spedita nei prossimi giorni. “Pfizer ha qualche ritardo, ha qualche aggiustamento da fare come è probabilmente comprensibile“, ha spiegato il commissario sempre al Tg1. “Si trova alle prese con una distribuzione molto complessa che riguarda tutti i paesi Ue, sono convinto che potranno presto normalizzarsi e migliorare il servizio che fanno al nostro paese”. Nel frattempo l’obiettivo del governo è quello di velocizzare le procedure di somministrazione – al momento affidate alle Regioni – in vista della seconda fase della campagna di vaccinazione che partirà non appena tutti i medici del Paese saranno immunizzati al Covid. Entro fine mese il commissario prevede infatti di inviare sul territorio “una prima parte” dei 12mila operatori sanitari reclutati tramite bando e che in teoria dovevano essere utilizzati solo alla fine dell’inverno. In calendario già per il 6 gennaio in un vertice tra il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, il responsabile della Sanità, Roberto Speranza, le Regioni e lo stesso Arcuri per affrontare proprio il tema degli operatori da dedicare ai vaccini.

Nel confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea, dove la campagna di vaccinazione è cominciata allo stesso modo il 27 dicembre, l’Italia resta al secondo posto per dosi somministrate, dietro solamente alla Germania. I dati forniti da Our World in Data (aggiornati con qualche ora di ritardo, ndr) dicono che alla sera del 5 gennaio Berlino ha effettuato 316mila vaccinazioni. Nel rapporto tra dosi somministrati e popolazione totale, in Ue svetta la Danimarca (0,89%), seguita da Germania, Croazia e Italia. Guardando nello specifico a come sta andando la campagna tedesca – per ora quella che ha raggiunto più persone – si nota inoltre che il maggior numero di dosi inoculate in un giorno risale al 30 dicembre, quando sono state vaccinate 54mila persone (dato fornito dal Robert Koch Institut). Con i dati di lunedì 4 gennaio e di martedì 5 l’Italia ha invece raggiunto quota 60mila in 24 ore.

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