A Napoli, in piazza Mazzini, si sono dati appuntamento genitori, studenti e docenti appartenenti alla rete No Dad per protestare contro la decisione di rinviare all’11 gennaio la riapertura delle scuole in Campania. “A parte qualche giorno a ridosso delle elezioni di ottobr, dal mese di marzo i nostri figli non vanno a scuola – spiega una manifestante – questo non può non avere ripercussioni sui ragazzi. Io sono una farmacista e mi chiedo se tutte le prescrizioni che vedo, dall’insonnia ai disturbi dell’attenzione fino a quelli alimentari, vengano portati sui tavoli di discussione”. I manifestanti hanno bloccato per diversi minuti il traffico. “Chiediamo pochi minuti di attenzione per un problema che in Campania va avanti da mesi – dice Marianna De Marco, chirurgo pediatra dell’Ospedale Santobono di Napoli – i dati sui contagi dei più piccoli non li danno perché sono buoni”. I manifestanti chiedono che siano resi pubblici o spiegati i dati secondo i quali si sta scegliendo lo slittamento del ritorno in presenza, e sostengono che la chiusura della scuola non possa essere, dopo tanti mesi di emergenza, l’unica soluzione. “Ormai sono mesi che conviviamo col virus – dice una manifestante – non si può più parlare di emergenza, chiudono le scuole perché non riescono a risolvere altri problemi come i trasporti”. Il cronoprogramma della riapertura, in attesa della pubblicazione ufficiale dell’ordinanza regionale, prevede il ritorno in presenza dall’’11 gennaio per gli alunni della scuola d’infanzia e delle prime due classi della primaria. “Mentre a partire dal 18 gennaio – fa sapere l’Unità di Crisi – sarà valutata dal punto di vista epidemiologico generale la possibilità del ritorno in presenza per l’intera scuola primaria e successivamente, dal 25 gennaio, per la secondaria di primo e secondo grado”

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