La procura di Lecce ha chiesto il giudizio immediato per Antonio De Marco, lo studente di scienze infermieristiche, auto-accusatosi dell’omicidio dell’arbitro leccese Daniele De Santis e della sua fidanzata, Eleonora Manta. A tre mesi di distanza dall’omicidio, il procuratore Leonardo Leone de Castris e la pm Maria Consolata Moschettini chiedono al gip, Michele Toriello, che dovrà dare il via libera, di saltare l’udienza preliminare e iniziare immediatamente il processo che vede accusato il giovane di 21 anni, detenuto al momento nella casa circondariale leccese di Borgo San Nicola, di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito con crudeltà, oltre che di porto abusivo di coltello. L’accusa, quindi, ritiene di avere in mano un quadro probatorio solido nei confronti dello studente.

Lo scorso 28 settembre scorso De Marco, dopo essere stato fermato, aveva confessato agli inquirenti di aver ucciso a coltellate, nella notte del 21 settembre, i due giovani fidanzati, suoi ex inquilini: “Sì, sono stato io. Ho fatto una ‘cavolata’, so di aver sbagliato. Li ho uccisi perché erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia”, aveva detto. Il 21enne mesi prima aveva preso in affitto una stanza nell’appartamento delle due vittime, con cui per brevi periodi aveva convissuto, dal momento che la coppia a volte si fermava a dormire nella casa. Su richiesta del proprietario, Daniele De Santis, il giovane aveva lasciato l’appartamento ad agosto e si era trasferito in un’altra casa sempre a Lecce.

Proprio da allora sembra aver cominciato a pianificare l’omicidio. Secondo la ricostruzione degli investigatori, De Marco si è introdotto nella casa con le chiavi mentre la coppia stava cenando e ha sferrato le prime coltellate contro De Santis in cucina. Da alcuni bigliettini trovati sulla scena del crimine, gli inquirenti hanno ricostruito il suo piano omicida: De Marco voleva torturare la coppia, ucciderla e lasciare una scritta dimostrativa sul muro dell’appartamento. Nello zaino aveva dei solventi per cancellare ogni traccia del suo passaggio e del delitto. Ma i due hanno cercato di scappare, invocando aiuto e chiedendo pietà a De Marco che però non si è fatto fermare dalle suppliche, inseguendoli e finendoli sulle scale del condominio con un coltello da caccia acquistato appositamente per compiere l’omicidio.

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