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Dario Bressanini: “Ho un melanoma uveale. Un tumore maligno raro”. Poi spiega cos’è, l’operazione e cosa dovrà fare

Il chimico e divulgatore scientifico seguito da migliaia di persone ha voluto spiegare il perché della sua prolungata assenza dai social e lo ha fatto nella maniera più diretta possibile: "È accanto al nervo ottico, quindi qualsiasi cosa faccia o non faccia l'occhio verrà danneggiato irrimediabilmente. Il mio tumore è radioresistente, resiste alla radioterapia classica e non esistono sostanze chimiche adiuvanti che possono essere utilizzate per una chemioterapia"

di F. Q.

Ho un tumore, un tumore raro“. Inizia così, con un ‘colpo secco’ il video nel quale Dario Bressanini, 57 anni, chimico ma soprattutto divulgatore e star di Youtube, spiega ai suoi tantissimi follower il motivo per cui è stato così a lungo assente dai social: “No, non è un clickbait purtroppo. Lo dico subito per quelli che legittimamente non gradiscono questo tipo di video personali… Potete fermarvi subito, amici come prima, torneremo a parlare di kamut, di bicarbonato, a smentire tutti i cialtroni che infestano la rete ma non oggi”.

Amatissimo, autore di molti libri ma sopratutto di video visualizzati migliaia di volte, Bressanini si aggiunge a coloro che hanno deciso di ‘rompere’ quello che fino a poco tempo fa era un quasi un tabù: “C’è una sorta di pudore nel parlare di cancro, perché i malati ci imbarazzano. Mi ricordo quando ero bambino era vietato pronunciarne il nome, tumore o cancro e quando un parente di ammalava di questa malattia sentivo ‘è il brutto male’. Ci imbarazza perché è la paura della morte che abbiamo tutti e perché può colpire, e colpisce, indiscriminatamente”. A questo punto Bressanini spiega che per lui è arrivato il momento di parlarne “dopo mesi di silenzio e di risposte vaghe” ai suoi amici o ai suoi parenti: “La mia psicologa direbbe che è un video catartico, mi serve per esorcizzare la paura e un po’ per sopportare il trauma… In pochi mesi la mia vita è stata letteralmente sconvolta insieme alle mie prospettive. Da quando ho scoperto di essere malato non riesco più a pensare ad altro. Vorrei ricominciare a vivere ma prima devo liberarmi di questo fardello“. Diretto, Bressanini, non nasconde quello che prova anzi, da divulgatore scientifico spiega: “Sono stato operato all’occhio sinistro perché ho un tumore maligno decisamente raro, il melanoma uveale… È accanto al nervo ottico, quindi qualsiasi cosa faccia o non faccia l’occhio verrà danneggiato irrimediabilmente. Il mio tumore è radioresistente, resiste alla radioterapia classica e non esistono sostanze chimiche adiuvanti che possono essere utilizzate per una chemioterapia…. Non è visibile dall’esterno, anche se io lo vedo, quel ‘gran bastardo'”.

Dario spiega anche come si svolge il trattamento del melanoma è mostra un immagine: “Ti costruiscono una maschera in modo che tu non possa muoverti”. E dà informazioni sul tipo di tumore, raro: “Colpisce 5 persone su un milione, fino a qualche decennio fa per una cosa del genere asportavano direttamente l’occhio. La dottoressa Angi del reparto di oncologia oculare dell’Istituto dei tumori di Milano quando me l’ha diagnosticato è stata molto chiara. Per noi medici la priorità è salvare la vita del paziente. Poi pensare all’organo e poi alla sua funzionalità. Il trattamento migliore che si può fare adesso è di bombardare il tumore con un fascio di protoni. L’ho fatto allo CNAU a Pavia. La terapia è finita, ma dovrò imparare a convivere con l’idea di vivere con un occhio sol0″. Infine, un appunto: “Quando si parla di cancro si parla spesso di cancro spesso si parla di ‘lotta contro il cancro’. A me non piace la retorica di combattere il cancro a livello personale: non sono io che combatto il mio tumore, non sono io che posso fare qualcosa, non sono il che posso sconfiggerlo, io non posso fare nulla ed è una cosa che mi fa impazzire. Sono i medici e fisici che combattono contro il mio tumore”. Bressanini chiude ringraziando i suoi follower per i messaggi: “Mi scuso se non riuscirò a ringraziarvi tutti, sono Youtube siete come sei stadi di Wembley pieni”.

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