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Covid, lettera aperta di 106 fondazioni a Conte: “L’usura è sempre più capillare, la criminalità organizzata intercetta chi è in difficoltà”

"A cambiare", scrive il presidente del comitato d’onore della Fondazione Giuseppe Moscati, "non è stata tanto la quantità di richieste usuraie, ma la diversificazione qualitativa. Sono comparse nuove forme di connivenze definibili come usura di prossimità"
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Con la crisi economica scatenata dalla pandemia da Covid-19 cresce anche il fenomeno dell’usura. E sempre di più i cittadini si sobbarcano prestiti a tassi tali che diventa impossibile sdebitarsi. Per questo la Fondazione antiusura Giuseppe Moscati di Napoli e altre 106 di cui è capofila hanno scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i dati relativi all’aumento del fenomeno durante l’emergenza. Che ha fatto segnare un picco nelle richieste di aiuto dei cittadini finiti nelle mani degli usurai.

“In questo ultimo anno abbiamo registrato un netto peggioramento – ha spiegato il presidente del comitato d’onore della Fondazione Sergio Rastrelli – A cambiare non è stata tanto la quantità di richieste usuraie, ma la diversificazione. Il fenomeno appare sempre più capillare”. Accanto alla figura tradizionale dello strozzino, spiega Rastrelli, sono comparse nuove forme di “connivenze definibili come usura di prossimità”. “La criminalità organizzata”, prosegue il presidente, “intercetta rapidamente i bisogni e agisce in maniera rapida”, facendo circolare quantità di denaro molto elevate. “Per le famiglie che si indebitano per sopravvivere diventa impossibile sdebitarsi dai prestiti usurari”, ha concluso.

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