La pandemia non deve e non può fermare il decennale di “MasterChef Italia”. Con questo imperativo Endemol Shine Italy e Sky si sono rimboccati le maniche e hanno portato a termine la missione e le registrazioni del cooking show che partirà stasera e andrà in onda ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno e in streaming su Now Tv. Confermati i tre giudici per il secondo anno consecutivo: Bruno Barbieri (che tra l’altro è il pioniere del programma con la sua presenza sin dalla prima edizione), Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. Naturalmente a causa delle restrizioni dovuti al Covid-19 sono cambiate alcune cose nel meccanismo del programma.

I giudici hanno valutato i concorrenti tramite la piattaforma in streaming Zoom, chiamando i migliori a presentarsi per i Live Cooking. Per questa fase è stata inserita una dispensa ancora più grande per i concorrenti in modo da avere sia più spazio per muoversi che la possibilità di avere a disposizione ancora più ingredienti. Chi riuscirà a convincere i giudici all’unanimità potrà accedere direttamente alla Masterclass. Chi, invece, guadagnerà due approvazioni su tre conquisterà l’ormai famoso “grembiule grigio” che dà accesso alle sfide per giocarsi il posto nella classe. Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli avranno la possibilità, anche quest’anno, di scommettere su un candidato a testa firmando un grembiule grigio, consentendo l’accesso del concorrente alle sfide successive. Quest’anno, infine, per la prima volta, chi ottiene tre sì dai giudici, riceverà il tanto sognato grembiule bianco col proprio nome ed entrerà direttamente in Masterclass senza dover superare altre prove. In sicurezza si svolgeranno anche le esterne come al Lago d’Iseo e a Crespi d’Adda, il villaggio industriale patrimonio dell’UNESCO.Tra gli ospiti che si avvicenderanno in queste puntate il maestro Iginio Massari, il giovane e cosmopolita chef Jeremy Chan, o chef pluristellato Mauro Colagreco e l’enfant prodige 22enne Flynn McGarry. Al vincitore andranno 100.000 euro in gettoni d’oro e la pubblicazione del primo libro di ricette.

Abbiamo incontrato i tre giudici e abbiamo chiesto a loro come stanno vivendo la crisi che sta colpendo il settore della ristorazione a causa della pandemia. Una escalation culminata un paio di giorni fa in Toscana con una clamorosa protesta dei ristoratori davanti al Palazzo della Regione a Firenze per fare un appello anche al Governo.

CANNAVACCIUOLO: “SITUAZIONE DRAMMATICA CI VUOLE CALMA” – “Non è un momento facile e dobbiamo riflettere bene a cosa fare per il domani – ha affermato Cannavacciuolo -. Agire d’istinto non porta a nulla in una situazione già di per sé drammatica. Non ci sono soldi e quei fondi che sono stati stanziati chissà quando arriveranno. Abbiamo a che fare con colleghi e persone che non hanno la possibilità di affrontare questa situazione. Dobbiamo stare tutti calmi perché possiamo solo peggiorare la situazione e cercare di salvare il salvabile. Io ai miei dipendenti cerco di non far mancare nulla e agisco finché posso”.

BARBIERI: “RIMBOCCARSI LE MANICHE, NON MOLLIAMO” – “Credo sia necessario discutere prima possibile attorno ad un tavolo con i ristoratori e le istituzioni per ragionare assieme a quello che potrà essere il futuro della ristorazione. Credo sia importante però non fare confusione. Troppa gente parla in tv in nome della categoria, invece credo sia importante concentrare le proposte a poche voci in modo da essere ascoltati meglio. Del resto facendo così non concludiamo nulla ed è già passato quasi un anno. Bisogna riflettere sul fatto che in altri Paesi europei sono stati degli aiuti concreti ai ristoratori e qui in Italia si latita. Gli albergatori, i ristoratori e gli chef sono grandi artigiani che dopo la guerra si sono rimboccati le maniche e si sono messi a lavorare sodo. Bisogna ricominciare con le giuste regole. Non dobbiamo mai mollare nella vita, basti pensare a un Paese come il Libano che ha subito un sacco di guerre e poi ha ricostruito subito dopo con coraggio”.

LOCATELLI: “A LONDRA CHIUDERÀ 1 RISTORANTE SU 4 PER LA PANDEMIA” – Giorgio Locatelli lavora e vive a Londra e ci ha spiegato che anche nel Regno Unito la situazione è abbastanza critica. “Dopo due settimane di attività torneremo in lockdown – ha affermato -. Dunque è un momento tragico. In queste settimane che abbiamo riaperto le cose sono andate molto bene e sia a pranzo che a cena la gente è venuta. Senza dubbio in questo momento la ristorazione ha bisogno di una mano, è un business che se funziona tutti i giorni porta incassi giornalieri importanti ma se si ferma in pochi mesi può finire tutto. Si calcola che qui a Londra un ristorante su quattro potrebbe chiudere a causa della pandemia. Bisogna cercare di essere positivi, trovare delle soluzioni e delle risposte perché se dovessimo aspettare le risposte dai politici… Qui a Londra tutto sommato la cassa integrazione per i ristoratori ha funzionato bene, mentre so che in Italia, raccogliendo qualche confidenza da alcune colleghi, la situazione è pessima. C’è il personale che non viene pagato da 5-6 mesi. Noi dobbiamo garantire la sopravvivenza del nostro personale perché un ristorante non è fatto solo di tavolini, cibo, sedie e tavoli ma soprattutto dalla gente che ci lavora. I miei colleghi così come anche io e Antonino ci sentiamo responsabili del nostro personale e delle loro famiglie”.

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