Il Galliera e il mistero dei 103 milioni di euro. A tanto ammonta il nuovo investimento che Regione Liguria ha intenzione di destinare all’ospedale di Genova grazie al Recovery fund. I fondi serviranno per la riqualificazione e l’adeguamento sismico dei vecchi padiglioni che rimarranno accanto al nuovo ospedale che l’ente, legato alla Curia genovese pur facendo parte del servizio sanitario nazionale, vuole costruire. Un progetto che si trascina da anni e che, dopo una serie di ricorsi al Tar di un comitato di cittadini che lo considera una costosa speculazione, è stato approvato lo scorso maggio, in pieno lockdown. I 103 milioni sono una novità, perché sinora i costi per il nuovo ospedale sono stati stimati in 154 milioni di euro. Ed è questa la cifra messa nero su bianco anche nel piano economico finanziario approvato un mese fa nel corso di un cda presieduto dall’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, succeduto quest’anno ad Angelo Bagnasco. Il piano, che prevede meno posti letto di quelli attuali e tagli del personale per 7 milioni di euro all’anno, non fa alcun riferimento ai costi per la sistemazione dei vecchi padiglioni.

Il 13 novembre scorso, stesso giorno del cda del Galliera, la giunta guidata da Giovanni Toti ha approvato “il programma strategico per il Recovery fund“, e cioè una serie di progetti da finanziare per un valore complessivo di oltre 25 miliardi di euro grazie ai fondi in arrivo dall’Europa per affrontare le conseguenze del Covid. Il comunicato stampa con cui era stato annunciato il piano faceva riferimento solo ad alcuni dei progetti, tra cui appunto quello del Galliera, ma i dettagli erano contenuti in un allegato mai pubblicato sul sito della Regione e “secretato” per giorni. Ilfattoquotidiano.it lo aveva chiesto all’ufficio stampa della giunta, che però si era rifiutato di fornirlo perché “l’allegato non è parte integrante della delibera”. A nulla era servito far notare che si tratta di un allegato di rilevanza pubblica e indispensabile per capire su cosa la regione vuole investire i soldi del Ricovery Fund. Anche i consiglieri regionali di opposizione che, come Luca Garibaldi del Pd e Fabio Tosi del M5S, alla fine sono riusciti a ottenerlo, hanno dovuto insistere per diversi giorni.

Altri 103 milioni di costi per il Galliera – E tra le tabelle dell’allegato, ecco la sorpresa. I 103 milioni che la giunta vuole destinare al Galliera riguardano lavori di cui sinora nessuno aveva mai parlato: 55,6 per la “realizzazione di lavori di riqualificazione” di 13 dei padiglioni esistenti, 43,1 per il loro “adeguamento sismico”, e 4,9 per “lavori di adeguamento antincendio dell’ente ospedaliero”. Visto che alcuni dei padiglioni esistenti fanno parte del lotto 2 del progetto e verranno utilizzati dal nuovo ospedale dopo opportuna “rifunzionalizzazione”, non si capisce perché il piano economico finanziario appena approvato dal Galliera, redatto insieme all’università Bocconi, non prenda in considerazione tali costi. E perché consideri solo i 154 milioni destinati alla realizzazione del nuovo edificio (lotto 1), che verranno finanziati così: 42,9 milioni di euro grazie a fondi statali già stanziati in passato, 25,3 con le disponibilità liquide dell’ospedale, 11,2 milioni con la permuta di due padiglioni da demolire per realizzare residenze e 75 milioni con un maxi mutuo che verrà concesso dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa ed è stato oggetto di un esposto alla Corte dei conti da parte dell’ex consigliera regionale Alice Salvatore che ne contesta la sostenibilità.

Ilfattoquotidiano.it mercoledì ha provato a chiedere chiarimenti al Galliera, che però all’inizio si è rifiutato di fornirne: “La direzione non ha nulla da dire”, è stata la prima risposta. Tre mesi fa però la stessa direzione sosteneva che i costi per i padiglioni del lotto 2, di 17,2 milioni di euro, sarebbero stati coperti con risorse proprie dell’ospedale. Perché ora la Regione vuole destinare parte dei 103 milioni proprio a quei padiglioni? Altra risposta laconica: “Si confermano i 17,2 milioni dal bilancio dell’Ente per la rifunzionalizzazione del lotto 2 nel contesto del progetto del nuovo ospedale”.

Proviamo con la Regione. Perché gli investimenti per il Galliera sono lievitati a oltre 274 milioni (154 + 103 + 17,2)? “Questo non è vero – rispondono dagli uffici di Toti – perché gli interventi a valere sul Recovery fund non afferiscono al progetto del lotto 1 e del lotto 2. Si tratta di un intervento del tutto separato”. La tesi della Regione, insomma, è che i 103 milioni riguardino “il mantenimento strutturale, architettonico e funzionale e gli interventi antisismici dell’intero vecchio complesso (padiglioni A, A1, AS, B, B1, B2, B3)”. E dunque, sostiene ora la Regione, riguardano solo sette padiglioni, mentre “il Galliera finanzia con risorse proprie la rifunzionalizzazione di porzioni dei padiglioni B4, B5, B6, B7 e B8, necessaria per assicurare al nuovo ospedale i servizi amministrativi, logistici e di supporto (lotto 2)”. Perché allora l’allegato della delibera dice che i 103 milioni sono destinati a 13 padiglioni, non solo a sette? E perché, se si dovranno spendere così tanti soldi per i vecchi padiglioni, nel piano economico finanziario non se ne fa alcuna menzione? E anzi si scrive chiaramente che i costi di manutenzione straordinaria, nello scenario di realizzazione del nuovo ospedale, saranno pari a zero per gli anni a venire?

La versione del Galliera – Siccome la matematica non è un’opinione, non resta che chiedere all’arcivescovo Tasca se almeno lui ci ha capito qualcosa, visto che ha presieduto il cda che ha approvato il piano economico finanziario. Ma dalla sua segreteria fanno sapere che “proprio perché questo è un tema tecnico, dovete far riferimento al direttore generale del Galliera che sicuramente saprà spiegare meglio dell’arcivescovo. Lui si affida per tutte le parti tecniche a chi è competente in questo”. Solo a questo punto, venerdì, dal Galliera arriva una nota, secondo cui “il costo del progetto Nuovo Galliera è confermato in 154 milioni per il lotto 1 e 17,2 milioni di euro per il lotto 2. I 17,2 milioni del lotto 2, finanziati con risorse di bilancio dell’ente ospedaliero, consentiranno la predisposizione di parte dei padiglioni B4, B5, B6, B7 e B8 per allocarvi funzioni amministrative e logistiche accessorie e complementari al nuovo ospedale”. Ma la nota non considera che sei anni fa il Galliera sosteneva che parte di quei 17,2 milioni erano già stati spesi. Riguardo al Recovery fund, l’ente spiega poi di aver preso in considerazione, grazie a questi fondi, “la possibilità di rifunzionalizzare i padiglioni A, As e A1 (originariamente previsti in permuta ma che rimarranno di proprietà e nella disponibilità del Galliera) e i padiglioni del corpo monumentale e mettere a disposizione gli stessi per finalità comunque di interesse pubblico, quando il nuovo ospedale sarà ultimato e in attività. I costi evidenziati, 103 milioni di euro, sono stati stimati in previsione di tale scopo e comprendono interventi strutturali, di messa a norma antisismica e di adeguamento antincendio”. Ma se anche il Galliera chiama i 103 milioni “costi”, perché non li ha sommati nel piano economico finanziario agli altri costi?

@gigi_gno

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