Nessun accordo sindacale può prevedere il cottimo integrale per i rider. A dirlo è il ministero del Lavoro che con una nuova circolare torna sulla questione dopo aver già censurato il contratto sottoscritto lo scorso 15 settembre tra Assodelivery, l’associazione delle piattaforme del food delivery, e il solo sindacato Ugl. Questa volta l’ufficio legislativo del ministero si concentra sul compenso, chiarendo che la legge non autorizza il contratto collettivo determinato facendo riferimento solo al numero di consegne effettuate. Un’interpretazione che si inserisce nel dibattito sulla definizione del salario nel nuovo contratto, con i sindacati confederali che parlano di un cottimo mascherato, mentre Assodelivery e Ugl rivendicano il criterio del compenso minimo per consegna che rimane comunque legato ai tempi di consegna stimati dalle piattaforme. Il ministero ha anche ribadito che il contratto collettivo sottoscritto da un’unica organizzazione sindacale non maggioritaria in termini assoluti “non è idoneo a derogare alla disciplina di legge”. Un chiaro riferimento alla scarsa rappresentatività di Ugl tra i rider denunciata dagli altri sindacati.

La questione del compenso riguarda la parte del Jobs Act relativa alla “Tutela del lavoro tramite piattaforme digitali”, introdotta dal decreto imprese nel settembre 2019 e che prevede una delega alla contrattazione collettiva per la definizione del compenso. Il ministero ritiene però che in questo caso non sia comunque possibile utilizzare il metodo del cottimo integrale, mentre è consentito determinare il salario in relazione alle modalità di svolgimento del lavoro e all’organizzazione del committente, ovvero con un cottimo misto. Nel contratto sottoscritto tra Assodelivery e Ugl si legge: “Si concorda che il Rider riceverà compensi in base alle consegne effettuate, ferma la possibilità di determinare compensi in base a parametri ulteriori”. Dunque rimane il meccanismo del pagamento a consegna, come ammesso anche da Just Eat, ma con alcune correzioni. Queste riguardano le particolari condizioni di lavoro, orario notturno, giorni festivi e meteo avverso, per cui la legge fissa già delle indennità. Rimane il discusso criterio del compenso minimo per consegna, determinato sulla base dei tempi stimati dalle piattaforme.

La circolare arriva mentre è in corso un confronto tra sindacati e piattaforme al tavolo convocato dallo stesso ministero. Le parti stanno discutendo di un’eventuale revisione del contratto entrato in vigore il 3 novembre e considerato una truffa dai confederali e dalle sigle autorganizzate. L’accordo è stato già sconfessato da Just Eat, che ha annunciato di voler assumere i rider come dipendenti a partire dal 2021. Una decisione che ha fatto esultare i lavoratori e che sembra premiare anche dal punto di vista del marketing: secondo un’analisi di settore condotta da Zwan, azienda specializzata in reputazione aziendale, il colosso danese è la piattaforma del food delivery con la miglior reputazione, aumentata proprio grazie alla decisione annunciata nelle scorse settimane.

Articolo Precedente

Esternalizzazioni in arrivo: mi chiedo come possiamo ancora confondere merci e lavoratori

next
Articolo Successivo

“Glovo assuma il fattorino come dipendente”. A Palermo la prima sentenza che impone a una app di riconoscere la subordinazione dei rider

next