Al via nel popoloso rione Sanità di Napoli la prima campagna di screening per il Covid dedicata alle fasce più deboli. “È una doppia iniziativa – spiega Angelo Melone presidente dell’Associazione Sa.Di.Sa – Sanità diritti in salute – il tampone solidale, che offriamo a un costo di 18 euro ed il tampone sospeso, ossia accettiamo donazioni per consentire a chi non può permettersi i 18 euro di poter comunque effettuare il tampone. Siamo convinti che soprattutto in questa fase sia necessario uno screening di massa che però può essere posto in essere solo con prezzi accessibili. A Napoli il costo dei tamponi nei laboratori privati è troppo alto e molte famiglie non possono permetterselo, mentre con il pubblico invece i tempi di attesa sono spesso troppo lunghi”.

L’iniziativa, promossa dall’associazione Sa.Di.Sa e dalla Fondazione San Gennaro è stata realizzata attraverso la sinergia con altre realtà del territorio. “I tamponi sono certificati – spiega Melone – abbiamo uno staff di medici, infermieri e un biologo, ma è un progetto che è stato possibile grazie alla partecipazione di farmacie, attraverso le quale abbiamo potuto effettuare gli ordini dei tamponi, ma anche grazie al supporto del presidente della Municipalità 3 Ivo Poggiani e di don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità. Poi i ragazzi del quartiere, in molti ci hanno contattato solo per rendersi utili con le prenotazioni e le donazioni”. Oggi, martedì 17 novembre, sono partiti i primi test all’interno della basilica di San Severo fuori le mura in Piazzetta san Severo a Capodimonte. “Ci stanno arrivando centinaia di richieste, sia di prenotazione che di donazione – racconta la vicepresidente di Sa.Di.Sa. Giada Filippetti Della Rocca – noi abbiamo preparato tutto nel rispetto delle normative. Le persone si prenotano attraverso il numero dedicato e così facendo riusciamo a evitare assembramenti. All’interno della struttura ci sarà poi un percorso di accesso e uno di uscita”. Il progetto prevede di effettuare migliaia di tamponi nelle prossime settimane. “Utilizzeremo dei test antigienici rapidi – spiega Stefano Viglione – che serviranno ad effettuare uno screening di massa, ne prevediamo almeno 50 o 100 al giorno. I casi positivi verranno comunicati all’Asl e scatterà la quarantena. La volontà è anche quella di aiutare la sanità pubblica e privata con l’enorme richiesta di tamponi”. Un progetto, destinato a diffondersi in altri quartieri della città. “Arrivano telefonate da tante zone di Napoli – dice Roberto Granatiero – già ci stiamo organizzando per estenderlo nelle aree limitrofe”

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