Mentre il caso Campania è ancora sul tavolo del governo e si attendono ulteriori comunicazione sulla Regione che al momento rimane in zona gialla, continuano le tensioni tra il sindaco di Napoli e il governatore. Chi spinge perché si intervenga per ulteriori misure restrittive è Luigi De Magistris, mentre Vincenzo De Luca chiede che l’intervento sia nazionale e difende il suo operato. L’ultimo scontro è avvenuto, a distanza, ieri sera: il primo cittadino, in diretta su Cartabianca su Rai3, ha annunciato che avrebbe adottato “provvedimenti clamorosi per far capire al governo che la questione è molto seria”. Poco dopo, su Facebook, il presidente ha protestato: “Continua la campagna di aggressione mediatica contro la Campania. C’è da rimanere esterrefatti di fronte alle parole e alle tesi campate in aria ascoltate da vari interlocutori nella trasmissione del servizio pubblico. Di fronte a queste falsità non resta che la querela per diffamazione”. Oggi De Magistris ha rilanciato: “Sono preoccupato per la situazione negli ospedali che è allo stremo. Se la situazione è questa, siccome ci hanno insegnato che per ridurre il contagio bisogna ridurre le relazioni, una zona rossa sarà inevitabile”, ha dichiarato a “Un giorno da pecora” su Radio 1. Intanto, solo oggi, nonostante fosse già previsto dal Dpcm, De Luca ha scritto al prefetto per fare un piano di controlli e chiusure.

Secondo De Magistris si è già perso troppo tempo. “Io ho sempre avuto una posizione coerente”, ha aggiunto, “lo dicevo già un mese fa che purtroppo, per i ritardi accumulati, la zona rossa sarebbe stata inevitabile. Non ho capito perché ci stanno logorando per farci andare allo stremo. La zona rossa possono dichiararla per legge il governo nazionale o il governo regionale e il governo regionale può anche individuare singole aree all’interno della Regione. Chi un mese fa annunciava la zona rossa, adesso non la fa più, io questo non capisco”. Poche ore prima, a Cartabianca, De Magistris aveva parlato di un vero e proprio “giallo Campania”: “Non possiamo rimanere inerti di fronte a questo atteggiamento pilatesco. La situazione è drammatica e ancora non è stata sciolta la riserva. Questa situazione non può andare avanti, non vorrei che si intervenisse in ritardo”. Secondo De Magistris, ha detto poi a L’Aria che tira su La7, “c’è una discrasia tra i numeri che si leggono sui bollettini da cui sembrerebbe che c’è un’ampia.

Proprio De Luca è stato il primo a invocare il lockdown nazionale, prima ancora che venisse istituita la distinzione per le Regioni. Una proposta ritirata pochi giorni dopo sostenendo di non poter essere l’unico a chiudere in solitudine. Quella di De Luca è da sempre una richiesta rivolta al governo nazionale perché prenda lui la decisione. E se De Magistris gli contesta i pochi interventi, lui al primo cittadino rimprovera le scarse misure per la città di Napoli. Solo oggi De Luca sembra aver deciso di iniziare con una serie di interventi. Ha infatti scritto al prefetto di Napoli Marco Valentini, per chiedere “la rapida definizione di un piano generale di interventi articolati per precise realtà territoriali e garantito nella sua attuazione, già dai prossimi giorni, da controlli efficaci delle forze di polizia nazionali e locali, e volto a impedire assembramenti e attività che incentivano una mobilità non legata alle esigenze essenziali”. De Luca si riferisce esplicitamente a “episodi clamorosi di assembramenti fuori controllo verificatisi in particolare sul Lungomare di Napoli e in alcuni luoghi del centro storico”. Nella lettera al prefetto di Napoli, inviata per conoscenza anche alla ministra dell’Interno, Lamorgese, e al ministro della Sanità, Speranza, De Luca sottolinea che il piano di controlli di polizia richiesto tiene conto “delle raccomandazioni della Cabina di Regia Nazionale sulla opportunità di considerare di anticipare rapidamente le misure previste per il livello di rischio alto”. La richiesta di De Luca si basa anche sul Dpcm del 3 novembre “e alle recenti direttive del Ministro dell’Interno”. Già la scorsa settimana De Luca aveva chiesto ai sindaci di chiudere l’accesso ai cittadini ad alcune zone particolarmente affollate, come il lungomare. Una richiesta che era stata esaudita dal sindaco d Salerno Vincenzo Napoli e da quello di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, ma non dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Nello scorso week-end, complice anche la temperatura primaverile, il lungomare di Napoli e alcune strade del centro storico e del Vomero sono state invase da migliaia di persone a passeggio, un fatto che De Luca vuole evitare si ripeta per il prossimo week-end.

Intanto oggi si sono fatti sentire anche i 5 stelle, facendo sapere che spingeranno il governo ad affrontare di nuovo la questione. “Siamo molto preoccupati per la situazione in Campania, ci sono medici e infermieri allo stremo e ospedali che scoppiano. Le persone muoiono in ambulanza. Ne ho parlato anche con Di Maio che condivide le mie preoccupazioni. Bisogna intervenire immediatamente, chiedo al governo – a nome del M5sCampania – che intervenga con strette e misure più rigide”, ha detto all’agenzia Ansa la consigliera regionale M5s in Campania Valeria Ciarambino. Una posizione condivisa anche tra fonti interne all’esecutivo sul fronte 5 stelle. La situazione in Campania “presenta evidentemente delle criticità, ci stanno arrivando molte segnalazioni” che rendono evidente che la Regione non possa restare zona “gialla”.

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