È stata trovata morta nella stanza del suo dormitorio universitario. “Era in quarantena dopo essere risultata positiva al covid-19″: a stroncarla è stata un’embolia polmonare”. Questo quanto si legge su People.com. Così la 20enne Grace Nesbitt è morta sola, nella sua camera la Grace College in Indiana, Usa. Il coroner della contea di Kosciusko County, Tony Ciriello, ha detto alla rivista che il covid-19 può essere considerato una fattore che ha contribuito a causare l’embolia ma non è stato determinante. “La correlazione tra malattie di tipo infiammatorie, come per esempio le polmoniti e la trombosi in generale (soprattutto venosa), è nota da decenni; si pensi che un paziente con una qualunque polmonite batterica o virale, quindi non necessariamente da SARS-CoV-2, viene abitualmente sottoposto a profilassi tromboembolica con eparina a basso peso molecolare, in quanto esiste una forte raccomandazione in tutte le linee guida internazionali, allo scopo di ridurre o eliminare il rischio di insorgenza di tromboembolismo venoso, ovvero trombosi venosa profonda. Si tratta della formazione di trombi nel sangue delle nostre vene che in alcuni casi possono provocare l’embolia polmonare, un evento potenzialmente fatale“, questo quanto si legge sul sito Humanitas a conferma che il tromboembolismo venoso è una “possibile ma prevenibile complicanza della polmonite da virus SARS-CoV-2“, secondo le parole del professor Lodigiani. La ragazza, originaria di Grand Ledge in Michigan, era specializzanda al terzo anno di psicologia. Secondo la ricostruzione della famiglia, la 20enne è andata al pronto soccorso il 26 ottobre, quando i suoi livelli di ossigeno sono scesi. Lì le era stata fatta diagnosi di covid-19 e le era stato raccomandato di mettersi in quarantena. Tornata nella sua stanza, la mattina del 30 ottobre è stata trovata morta. I risultati del test non sono mai arrivati, stando alla famiglia “a causa di un errore medico”.

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