Anche i dati trasmessi da Genova a Roma per la determinazione delle zone di rischio, con le relative misure per il contenimento del Coronavirus, sono finiti sotto la lente della procura di Genova. “Stiamo verificando cosa sia stato inviato al ministero della Salute – spiega una fonte investigativa sentita dall’Ansa – e se siano dati corrispondenti alla realtà del nostro territorio”. La Liguria è stata inserita in fascia gialla, quella a basso rischio. La procura nei giorni scorsi aveva aperto una inchiesta “conoscitiva”, senza ipotesi di reato, dopo le immagini di pazienti in ambulanza in attesa per ore prima di essere visitati negli ospedali. Obiettivo, verificare se un piano anti Covid è stato messo a punto nei tempi previsti.

Nel mirino degli investigatori era finita Alisa, l’agenzia della sanità della Regione gestita dal commissario Walter Locatelli a cui fanno capo tutte le asl. Gli inquirenti vogliono capire se, a fronte delle previsioni dell’arrivo di una seconda ondata e dell’aumento esponenziale di casi già da settembre, la struttura sanitaria abbia messo in piedi il piano per affrontare la pandemia anche approntando strutture esterne dove ricoverare i casi meno gravi.

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