“Chiusura anticipata dei ristoranti? Il dato di fatto è che il messaggio forte e chiaro non poteva che essere: non uscite la sera, non abbiate neppure i pretesti per poter uscire, perché, se uscite la sera, in questo momento si ha un momento aggiuntivo pesante di rischio”. Sono le parole pronunciate a “Piazzapulita” (La7) da Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a proposito del nuovo dpcm sulla chiusura di bar e ristoranti alle 18.00.

L’infettivologo puntualizza: “Chiudere prima i ristoranti la sera funziona? Se mi si chiede questo, rispondo che non abbiamo controprova, però l’alternativa unica che ha funzionato, di cui abbiamo controprova e di cui abbiamo poi sperperato il capitale acquisito, è il lockdown totale. Quindi, il punto di domanda è: volevamo già praticare il lockdown totale, cosa che la Francia, davanti a noi coi contagi di 15 giorni, sta già facendo, oppure bisognava tentare di dare un segnale assai forte per cercare di limitare i danni, peraltro senza garanzia, dal momento che non abbiamo la prova provata che questo sistema funzioni? L’alternativa unica è purtroppo il lockdown totale”.

Nel corso della trasmissione, Galli ha un botta e risposta polemico con lo chef Fabio Picchi, contrario al provvedimento del governo Conte Due. “Si fa ancora confusione su parole un po’ troppo usate – lamenta Picchi – La movida e i ristoranti sono due cose ben diverse. Ai gestori dei ristoranti sono state chieste diverse cose, come il distanziamento dei tavoli, un minore numero di clienti, le igienizzazioni, i sistemi di aerazione”.
Galli insorge: “Picchi, ma ha capito che il messaggio è ‘restate a casa’? Questo è il messaggio. Ed è un messaggio forte e chiaro da applicare immediatamente. Stiamo di nuovo andando a sbattere con una diffusione dell’epidemia che sta diventando spaventosa. Questo è il messaggio, ahimè. Lei ha perfettamente ragione, sono io il primo a soffrire di queste limitazioni, ma abbia pazienza, altrimenti continuiamo a dire le stesse cose”.

Il medico poi, nello spiegare le differenze tra la situazione attuale e quella di marzo, ribadisce il suo appello: “Dopo il lockdown in alcune aree del paese l’infezione non era più quasi presente. Abbiamo rimescolato le carte e adesso il problema è in tutto il paese in rapida crescita. Certamente la differenza con la prima ondata è che questa volta sappiamo che c’è, ma, sapendo che la situazione è questa, visto che l’incremento sta prendendo un andamento addirittura peggiore di gran parte delle previsioni e vista anche la situazione dei paesi confinanti, come la Francia, possiamo permetterci di fare finta di nulla? Se io vedo la situazione del mio ospedale oggi, vi posso dire che non possiamo permettercelo assolutamente. Non possiamo perdere nemmeno un ulteriore minuto“.

Al termine del collegamento lo chef è intervenuto di nuovo, raccogliendo questa volta il supporto di Galli che gli ha dato ragione. “Il tema è serio – ha concluso Picchi – Paura ce l’abbiamo già. In azienda ci siamo inventati noi il sistema per essere sicuri, distanziati e protetti. Abbiamo fatto i tracciamenti e abbiamo fatto da soli quello che il governo non riesce a fare alla totalità delle persone”

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