“La prima ondata era arrivata alla fine dell’inverno, mentre adesso siamo in autunno. Speriamo di non dover aspettare la primavera per rallentare”. Il dottor Francesco Mojoli è il direttore di Anestesia e rianimazione della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. Negli ultimi giorni, l’aumento dei ricoveri ha costretto l’ospedale a convertire delle rianimazioni dedicandole al Covid. A oggi ci sono 115 pazienti, di cui 26 in terapia intensiva. Ma è una crescita continua. “Ogni tre giorni aumentiamo di 15-20 posti letto Covid” spiega il direttore generale Carlo Nicora mentre aggiorna il conto dei ricoveri. E “rispetto a marzo e aprile vediamo dei pazienti leggermente più giovani”. Pochi metri più in là il professor Gianluigi Marseglia dirige la clinica pediatrica: “Siamo ripiombati in un baratro. Rispetto alla prima ondata abbiamo il reparto pieno e ricoveriamo bambini in età adolescenziale con quadri clinici come quelli dell’adulto che ci mettono a dura prova”. Quello che preoccupa è la lunghezza di questa “battaglia”. L’appello ai cittadini che arriva dai medici impegnati in prima linea è quello di rispettare le regole semplici, forse un pochino fastidiose, ma che sono di enorme aiuto nel limitare i contagi e di mettere troppo sotto pressione il sistema sanitario”

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“È un’esplosione che non ci aspettavamo, personale ridotto all’osso”, l’allarme dell’ospedale San Filippo Neri di Roma

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