Sono ore decisive per il prossimo dpcm: il governo è al lavoro per elaborare misure ancora più restrittive dopo che anche oggi si sono registrati quasi 20mila casi di Coronavirus in 24 ore e 151 morti. In tarda mattinata il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha visto i capidelegazione dei partiti di maggioranza nel governo, poi il ministro della Salute Roberto Speranza ha incontrato il Cts e le Regioni, infine il capo del governo ha anticipato le nuove misure anche ai capigruppo di maggioranza e opposizione (con un po’ di malumore di Matteo Salvini che ha puntualizzato che le misure non sono state “condivise” ma “comunicate”). Il decreto potrebbe essere firmato già stasera tanto che si parla di una conferenza stampa di Conte in serata. Secondo l’ultima bozza che sta circolando tutte le misure partiranno da domani, domenica, ad eccezione di quelle che riguardano bar e ristoranti che partirebbero da lunedì. Servono “misure rigorose, robuste e serie” per “governare la curva e raffreddare la situazione” epidemiologica, evitando di arrivare a “misure più drastiche” ha detto tra l’altro Speranza nella riunione con le Regioni. “Abbiamo un’impennata significativa – ha detto – e dobbiamo fare i primi interventi per iniziare a stringere e dare un segnale al Paese che stava cambiando qualcosa. Non possiamo avere l’obiettivo immediato di azzerare RT, che ieri era ad una media nazionale di 1.5, ma dobbiamo assolutamente abbassarlo perché non è sostenibile”.

Le novità per i servizi di ristorazione L’esecutivo è intenzionato a chiudere i servizi di ristorazione la domenica e i giorni festivi e, durante la settimana, a partire dalle 18. Resterebbe invece consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive “limitatamente ai propri clienti”. Tra le novità previste ci sarebbe anche il limite di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. La stretta è prevista “a decorrere dal 26 ottobre 2020” e le attività dei servizi di ristorazione sono: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. “Dopo le 18”, si legge nella bozza, “è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Resta invece, “sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”. Infine, “continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente”, conclude.

Spostamenti – Nella bozza inoltre non si prevede più un divieto di spostamento, come fu per il lockdown in primavera, ma “è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.

Primo ciclo della scuola in presenza, dad al 75 per cento alle superiori – Il nuovo dpcm affronta naturalmente anche la gestione della didattica nelle scuole: si prova a tutelare il regolare ingresso negli istituti per i più piccoli, mentre le scuole superiori dovranno tornare il più possibile a una didattica a distanza. “L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione – materna, elementari e medie – e per i servizi educativi per l’infanzia continuerà a svolgersi in presenza“. Mentre, “le scuole superiori adotteranno una Dad pari al 75% delle attività e dunque un 25% in presenza su tutto il territorio nazionale, uniformando le ordinanze regionali”.

Piscine, palestre e centri termali Tra gli interventi previsti sulle attività non essenziali ci sono sicuramente le chiusure di piscine, palestre e centri termali. Il protocollo, aggiornato con misure ancora più stringenti solo una settimana fa, non è ritenuto sufficiente. La bozza prevede che siano “sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome, ai sensi dell’art. 1, comma 14, del decreto-legge n. 33 del 2020″.

Dalle sale giochi a cinema e teatri – Sono anche “sospese le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”.

Si possono chiudere piazze e strade dopo le 21 – “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Ingressi flessibili nelle pubbliche amministrazioni – “Le pubbliche amministrazione dispongono una differenziazione dell’orario di ingresso del personale, fatto salvo il personale sanitario e socio sanitario, nonché quello impegnato in attività connessa all’emergenza o in servizi pubblici essenziali. È raccomandata la differenziazione dell’orario di ingresso del personale anche da parte dei datori di lavoro privati”.

Stop a parchi divertimenti – “Sono sospese le attività dei parchi tematici e di divertimento; è consentito l’accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia”.

Sospese le competizioni sportive. Restano quelle agoniste – “Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti gli eventi e le competizioni sportive, nonché le sedute di allenamento degli atleti agonisti, riguardanti gli sport individuali e di squadra -riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali”.

Stop a concorsi pubblici e privati – Sono sospese, si legge, le “procedure concorsuali pubbliche e private, ad esclusione dei casi in cui venga effettuata la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari e/o in maniera telematica”. Dalla sospensione sono esclusi quelli per il personale sanitario e per quello della protezione civile. Salve, inoltre, “le procedure in corso e quelle per le quali esistono specifici protocolli organizzativi validati dal Comitato tecnico scientifico”.

Le feste di matrimonio – Niente più banchetti e ricevimenti dopo matrimoni, comunioni e battesimi. E’ quanto prevede la prima bozza del Dpcm, suscettibile ancora di modifiche. “Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto – si legge nel documento – ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”.

La spinta a rafforzare le misure e le tensioni nel governo – L’obiettivo principale e condiviso è quello di limitare ancora di più svaghi e spostamenti. L’ala più rigorista del governo non ha escluso neanche un lockdown, per un tempo limitato di due o tre settimane e con una nuova massiccia iniezione di aiuti all’economia. Ma al momento rimane l’ipotesi che, ancora, il governo vuole scongiurare il più a lungo possibile. Il tema però esiste, soprattutto dopo la richiesta fatta dal presidente della Campania Vincenzo De Luca nelle scorse ore per un lockdown nazionale. Certo è che i presidenti di Regione premono per interventi più severi, come confermato dal ministro Francesco Boccia. “Io credo che nelle prossime ore nel paese servirebbe uniformare alcune misure sulle restrizioni per avere un comportamento più omogeneo”, ha detto in mattinata il presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini a Generazione Giovani su RaiDue.

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