Il coprifuoco in Lombardia arriverà. Ho letto che il presidente Fontana è stato preso per le orecchie dal segretario della Lega Salvini, il quale si sarebbe arrabbiato per questa decisione della Regione Lombardia che contraddice le sue precedenti posizioni. Spero che Fontana mantenga la posizione che ha condiviso con tutti i sindaci. In questo momento serve coraggio“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Non stop news” (Rtl 102.5) dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori a proposito della bozza di ordinanza firmata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal ministro della Salute Roberto Speranza sul coprifuoco lombardo previsto da domani, dalle 23 alle 5 del mattino.

Il sindaco di Bergamo aggiunge: “Secondo me è un valore che in questa fase le istituzioni si parlino e condividano le decisioni. E spero non siano delle scelte di un partito a modificarle perché stiamo parlando della salute dei cittadini. Del resto, il Cts della regione era stato molto chiaro nei giorni scorsi. Il professor Pregliasco sostiene che è assolutamente inevitabile il coprifuoco in tutta la Lombardia, perché i numeri proiettati a due settimane ci dicono che nella regione avremo 600 persone in terapia intensiva e 4mila ricoverati per covid. Sono numeri confrontabili con quelli della prima parte di marzo e quindi la situazione è altrettanto preoccupante“.

Gori poi si sofferma sulla situazione epidemica nella provincia di Bergamo: “E’ quella che in Lombardia si trova in una situazione migliore, cioè con il numero dei contagi e dei ricoveri più basso. In questo incide il fatto che già il 30% delle persone ha contratto il virus e che i bergamaschi, avendo visto in faccia che brutta bestia è il covid, sono oggi forse più prudenti di altri cittadini in altre zone del Paese. Ho condiviso la scelta di anticipare alcune misure, come il coprifuoco e la chiusura dei centri commerciali per la merceologia non alimentare nei fine settimana. Dobbiamo provare ad anticipare la corsa dell’epidemia – spiega – invece di inseguirla con affanno, come è successo qualche mese fa. Dal punto di vista economico, la nostra provincia ha una forte tenuta delle imprese, sia le più grandi sia le più piccole. Stiamo aiutando le piccole imprese e gli artigiani con erogazioni a copertura delle spese sostenute e con risorse anche per la riconversione delle loro attività. Certo, il clima di incertezza in cui ci colloca questa seconda ondata non aiuta i consumi e il commercio. E ci sono delle categorie, come i ristoratori, i baristi, i titolari dei negozi in un centro commerciale, che vanno aiutate: lo deve fare il governo, ma secondo me anche a livello locale noi dobbiamo essere vicini”.

Riguardo al trasporto locale a Bergamo, Gori chiosa: “Sono state fatte delle scelte opportune sul trasporto pubblico, l’offerta è stata ampliata del 20% in certi orari. Ma soprattutto le scuole superiori hanno fatto un gran lavoro con doppi ingressi ben scaglionati e si sono organizzate per fare lezione per il 50% in presenza e per il 50% a distanza. In questo modo, la domanda di trasporto pubblico nelle ore di punta si è certamente ridotta. Noi comunque monitoreremo la situazione, perché non siamo persuasi che la soglia indicata dal governo come soglia di sicurezza, cioè l’80% di riempimento dei pullman, sia sufficiente a scongiurare il rischio contagi. Vogliamo stare più bassi, vogliamo stare al massimo al 60% e quindi se ci sono situazioni in cui questa soglia sarà oltrepassata cercheremo di chiedere rinforzi, magari anche con l’utilizzo di mezzi di aziende private”.

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