Luca, Gabriella, Arianna, Maria Paola, Patrick, Alberto, Rosanna e Sofia. Non sono nomi di fantasia. Ma otto ragazzi e ragazze tra i 17 e i 35 anni che chiedono di essere parte attiva del cambiamento che sarà reso possibile dal Recovery Fund, visto che, come ricordato dal premier Giuseppe Conte durante una visita a Norcia, la “sfida” del piano europeo è rivolta proprio alle nuove generazioni. Insieme ad altri migliaia di coetanei hanno risposto a un sondaggio lanciato dalla piattaforma Change.org che chiedeva loro quali fossero le priorità da affrontare grazie al fondo europeo. Le risposte sono state chiare: lavoro e istruzione sono le tematiche su cui bisogna investire, seguite da sanità (scelta dal 17,5% dei giovani partecipanti alla consultazione) e dalla “rivoluzione verde”, importante per il 17,3% dei votanti. Ma sei di loro sono andati oltre e hanno deciso di trasformare le loro idee in appelli concreti, costruiti proprio a partire dalle priorità emerse dal sondaggio.

Così Gabriella ha lanciato una petizione per aumentare le borse di studio per le scuole di specializzazioni mediche. Evidenziando anche la carenza di personale sotto gli occhi di tutti durante la pandemia, la giovane studentessa alla facoltà di Medicina di Taranto, ha ricordato come “4mila borse di specializzazione in più siano poche” rispetto ai numeri ai quali andiamo incontro nei prossimi anni: oltre 32mila pensionamenti nel sistema pubblico con un “rimpiazzo” di soli 22mila nuovi medici e una carenza, quindi, di oltre 10mila specialisti. Il risultato? “La fuga di cervelli”.

Anche Maria Paola, giovane avvocatessa, è scesa in campo chiedendo agli utenti di firmare il suo appello per retribuire i praticanti di ogni ordine professionale. La petizione ha raggiunto in poco tempo oltre 20mila firme e ha un obiettivo preciso: veder riconosciuto il lavoro svolto, senza che migliaia di giovani ogni anno rinuncino a un percorso professionalizzante solo perché non retribuito.

E poi, ancora, la giovanissima Sofia ha chiesto di finanziare un piano di contrasto all’inquinamento. A soli 17 anni è la più piccola tra le “voci” che hanno scelto di mettersi in gioco. La sua richiesta è semplice, rispecchia a pieno la sua giovane età, ma il tema è centrale: diminuire il problema dell’inquinamento mettendo in campo giovani e non attualmente senza lavoro e ripagandoli, con soldi o buoni.

La parola d’ordine della proposta di Rosanna è invece cultura. La giovane storica dell’arte, con la sua petizione da oltre 23mila firme, propone di rilanciare l’occupazione giovanile puntando proprio sul fantastico patrimonio culturale che l’Italia offre. L’intervento, spiega nella sua raccolta firme, potrà servire per nuove assunzioni basate sul fabbisogno dei territori, oppure per riformare il sistema delle esternalizzazioni che negli anni, si legge, ha generato una situazione caotica con salari al ribasso.

A chiedere un cambio di passo nel settore dell’istruzione sono stati invece Patrick e Alberto, due giovanissimi ex studenti che hanno chiesto al governo di prevedere un piano di nuove assunzioni per i docenti così da evitare le cosiddette classi pollaio e migliorare la didattica.

Le cinque risposte concrete tutte insieme sono arrivate già a oltre 50mila firme. Ma l’obiettivo è quello di consegnarle direttamente nelle mani del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Perché, come auspica Arianna, una delle protagoniste del video realizzato da Change.org per lanciare le petizioni, anche i giovani vogliono essere considerati “parte attiva della società” e prendere così concretamente in mano il loro futuro.

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