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Tiziano Ferro: “Sono stato alcolista. L’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore ma mi portava a voler morire”

Il cantautore ripercorre le fasi più difficili della sua vita nel docu-film “Ferro” su Amazon Prime il 6 novembre. Dall'infanzia difficile a causa anche del bullismo, all'ancora di salvezza della musica. Poi la fama fino al coming out di dieci anni fa

di Andrea Conti

Tiziano Ferro nel docu-film “Ferro”, disponibile in esclusiva su Prime Video in più di 240 paesi il 6 novembre 2020, si racconta senza tabù. Un racconto sincero e schietto senza alcun intento celebrativo, ma con la voglia di raccontare un ragazzo poi diventato uomo che ha attraversato non solo il successo ma anche momenti difficili, oscuri, toccando anche il fondo chiamato alcol.

“Una sera la band mi convinse a bere. – ha raccontato il cantautore in una lettera pubblicata sul magazine 7 del Corriere della Sera – E da lì non mi sono fermato più. Bevevo quasi sempre da solo, l’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. Io ero un alcolista! l’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti”. Un racconto a tratti duro: “Alcolista, bulimico, gay, depresso, famoso. Pure questo, famoso, mi sembrava un difetto, forse il peggiore”.

Poi l’artista torna con la mente al suo passato: “Non sono mai stato il primo della classe, ero anonimo, non bello, per niente atletico, anzi grasso, timido, i ragazzi mi chiamavano ciccione, femminuccia, sfigato. Aspettavo che qualcuno intervenisse per difendermi, ma non succedeva mai. Vivevo perennemente frustrato, incazzato e anche umiliato. Poi ho cantato per la prima volta e il mondo è cambiato. La musica era l’unica cosa che avevo, un canale per esprimermi in un mondo nel quale non mi riconoscevo”.

Nel docu-film saranno ripercosse tutte le tappe salienti della sua carriera ma con un messaggio importante di sottofondo che Tiziano stesso spiega nelle note introduttive di “Ferro”: “Ho sempre pensato che dietro ogni storia di dolore si nascondessero il privilegio e il dovere morale di poter aiutare qualcun altro. La mia storia me lo insegna e ogni volta che ho consegnato alla gente le mie cicatrici, si sono sempre trasformate in soluzioni. Ferro per me è questo, un altro tassello alla luce dei miei 40 anni. Un po’ storia, un po’ diario, un po’ terapia, un po’ testamento. Di certo celebrazione di un sogno”. Nello stesso giorno, il 6 novembre, uscirà anche l’album “Accetto Miracoli: l’esperienza degli altri” dove l’artista ha reinterpretato 13 brani di autori italiani che con queste canzoni hanno rappresentato “luci piccolissime in fondo al tunnel, risposte, ispirazione, voglia di cambiamento, testardaggine, coraggio, risate, amore”.

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