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Addio ai Kardashian, chiude il loro reality. A qualcuno dispiacerà? No

Ora che il sipario sta per calare, in molti s’interrogano sul futuro delle Kardashian (chiusa una porta, probabilmente si aprirà l’ennesimo spin off) e soprattutto sul perché continuino ad avere un seguito così globale pur non brillando per simpatia e talento. Forse piacciono proprio perché sono un fenomeno inspiegabile

di Francesco Canino

Dopo venti stagioni e quattordici anni di melodrammi sentimentali, matrimoni, separazioni show, liti vere o verosimili, business di ogni genere e vacanze billionaire, sta per calare il sipario su Keepin up with the Kardashians. “È con il cuore pesante che abbiamo preso la difficile decisione come famiglia di dire addio al reality”, ha annunciato via Twitter Kim Kardashian, con tono solenne e affranto. Sipario, sigla, fine di un’epoca. La notizia vera per molti, se non per tutti, non è tanto che il reality stia per chiudere (accadrà nel 2021, dopo la ventunesima stagione), quanto che andasse ancora in onda.

Del resto in Italia non ha mai sfondato – Sky Uno l’ha riportato in vita qualche mese fa ma non ha mai fatto il botto – e anche in America se la passa malissimo, tanto che la chiusura è nell’aria già da due anni, cioè da quando gli ascolti sono sprofondati miseramente sotto i 900 mila spettatori a puntata.

Un tracollo clamoroso, soprattutto se si pensa che le cinque sorelle Kardashian-Jenner valgono solo su Instagram circa i 744 milioni di follower. Un tesoretto che non basta, visto che uno dei problemi sta proprio lì, nel rapporto tra tv e web: più è salita la loro popolarità sui social, più lo share si è miseramente schiantato. In fondo perché perdere tempo a guardare A spasso con i Kardashian quando tutte le loro beghe familiari, difficile distinguere tra vero e verosimile (come i loro corpi, sfacciatamente ritoccati dai chirurghi), vengono già vivisezionate in maniera strategica su Instagram? Perché sforzarsi di andare su Netflix, che da poco ha acquisito le prime stagioni del reality, quando l’intrattenimento vero è già tutto a portata di Stories o di TikTok?

“Questo spettacolo ci ha resi ciò che siamo e sarò per sempre in debito con tutti coloro che hanno avuto un ruolo nel plasmare le nostre carriere e cambiare per sempre le nostre vite”, ha aggiunto Kim Kardashian annunciando la fine dello show. Ciao core, ciao trash. Non è un caso che l’annuncio lo abbia fatto Kim, che è il fulcro di tutte le dinamiche dello storytelling kardashiano: sempre in bilico tra l’annoiato e lo scocciato, trascorre almeno metà di ogni puntata buttata su un divano con le sorelle – passando dal “ah, non ci sono più mezze stagioni, signora mia!” al “oddio, devo prepararmi per uno shooting” – mentre l’altra metà la occupa bevendo strani beveroni tendenza Fitvia e lamentandosi per ogni inezia. “Molto truccata persino al risveglio” (cit. Aldo Grasso su Francesca Dellera), si ridesta solo quando si tratta di affari (vestiti, profumi, trucchi il suo core business) e di tenere a bada il marito Kanye West (sempre sull’orlo di un mental breakdown, appare poco ma lascia il segno con perle epiche tipo: “Si chiama pomerania perché pesa quanto una mela”, dice rivolto a uno dei cani di casa). Per il resto è tutto Kim-centrico, l’ultima delle dive, star per mancanza di prove, che vacilla davvero solo quando subisce la clamorosa rapina in un hotel a Parigi, dove le portano via gioielli per milioni di euro (prima dice 9, poi 16, certezze mai quando c’è di mezzo la famiglia Kardashian). Lei ci mette decine e decine di puntate a metabolizzare la cosa e fugge in Messico con le amiche per riprendersi, ma quando i paparazzi le fotografano il monumentale lato b e sui social scatta l’ironia più feroce sulla sua cellulite, ecco un altro crollo.

Kim non sorride mai, non si esalta mai, non eccede mai nelle reazioni: unica eccezione, quando l’amico del cuore, il ritoccatissimo foodblogger Jonathan Cheban, la porta a New York a mangiare un’ipercalorica pizza e a quel punto sì che le brillano gli occhi. Nemmeno stesse per divorare un trancio di pizza di Gabriele Bonci.

Mancherà al pubblico l’epopea delle Kardashian? No. Perché chiunque abbia visto più di una puntata, sarà rimasto sconvolto dall’eccesso di vuoto cosmico. Quello che ti fa domandare perché una famiglia disfunzionale che ruota attorno a tre sorelle – Kim, Khloé e Kourtney – anaffettive e prive di qualsiasi talento (tranne quello di fare soldi), abbiano così tanto successo da essere riuscite a trasformare il loro clan in una dinastia che fattura quanto uno stato di piccole dimensioni. Guardando il reality non si capisce come sia stato possibile, perché tutto resta sempre in superficie, con ogni pretesto introspettivo stroncato sul nascere dalla burattinaia del gruppo, Kris Jenner: vera deus ex machina degli affari di famiglia, ferocissima, muove i fili (ma non la fronte, per eccesso di botox), fa la regista in campo, striglia ienescamente le figlie, spinge in maniera strategica le loro carriere, dirige il traffico e gli amori che si consumano nelle asettiche ville sulle colline di Calabasas. Quanto al copione del reality, è stato sempre lo stesso per quattordici anni: divorzi, amori, crisi, liti tra sorelle, ritocchi estetici, vacanze in Messico, sfilate a Parigi o a New York per le quali preparano interi guardaroba con la meticolosità di chi deve mappare il genoma umano, amiche trattate come dame da compagnia, ore e ore di girato passate aggrappate a uno smartphone. Tutto è previsto, anche gli imprevisti. Per questo nulla scalfisce le protagoniste. Gli unici elementi destabilizzanti sono Caitlyn Jenner, l’ex marito di Kris diventato donna (epici gli scontri con le figlie che, a turno, prima la massacrano poi si riappacificano), Scott Disick, il cafonissimo seduttore seriale ex marito di Kourtney Kardashian, e soprattutto quest’ultima. La primogenita è stata infatti l’unica a reclamare più privacy e ad aprire le crepe che hanno porteranno nel 2021 alla chiusura del reality: dopo anni di abbuffate di telecamere, ha chiesto di sottrarsi dal giochino – più astute Kylie e Kendall Jenner che si limitano a rare incursioni solo per gonfiare la popolarità e i soprattutto i rispettivi fatturati – innescando acredini clamorose con le sorelle, culminate con spinte e schiaffoni durante una lite show con Kim.

Ora che il sipario sta per calare, in molti s’interrogano sul futuro delle Kardashian (chiusa una porta, probabilmente si aprirà l’ennesimo spin off) e soprattutto sul perché continuino ad avere un seguito così globale pur non brillando per simpatia e talento. Forse piacciono proprio perché sono un fenomeno inspiegabile e il giorno in cui si capirà il vero motivo del loro successo, probabilmente smetteranno di piacere.

Addio ai Kardashian, chiude il loro reality. A qualcuno dispiacerà? No
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